DINO MENEGHIN «Pochi pivot? “Colpa” del volley»
L’ex azzurro: «La pallavolo rispetto ai miei tempi porta via alcuni fisici che altrimenti sarebbero stati indirizzati al basket. È il caso di iniziare a chiedersi il perché e cercare di trovare dei rimedi»
Chi meglio di Dino Meneghin può entrare nei meandri della serie A per trovare la strada nel dedalo dei pivot italiani? Lui che è stato superbo interprete del ruolo, quando in patria arrivavano ancora stelle che avevano brillato nella NBA ed in Europa si battagliava con Tkacenko, Sabonis e Cosic, prova a dare una lettura alla crisi di lunghi nostrani. molla in un ragazzo che in passato aveva già mostrato qualcosa di importante. Lui stesso dice di trovarsi benissimo nel sistema di Pesaro. Appena possibile lo voglio vedere da vicino. Spero continui così, sarebbe importante per il campionato e per la Nazionale». to. Un motivo è che, di fronte a numeri limitati, la pallavolo rispetto ai miei tempi ci porta via alcuni fisici che altrimenti sarebbero stati indirizzati al basket. Quando ero giovane, chi come me aveva altezza e muscoli giocava a pallacanestro. Oggi il volley porta dalla sua tanti prospetti. È il caso di chiedersi perché
e trovare rimedi».
In crescita in attacco ai 24" ha stravolto la tattica. Oggi per far arrivare un centro dalla zona di difesa all'attacco il tempo è più breve. Così per molti fermarsi dietro la linea dei 3 punti, senza andare in area a fare a gomitate, magari con il rischio di fasi male, è più facile».
I centri italiani di valore capaci di fare la differenza in area sono sempre più rari Un mito del nostro sport ci spiega i motivi
"Certamente, a scapito della palla passata in post basso per attaccare in “uno contro uno”. Sono situazioni figlie dei tempi». "Di sgomitare, lavorare duro in palestra e non rassegnarsi. Certo, la concorrenza è tanta rispetto agli anni in cui noi avevamo solo due stranieri, e di grandissima qualità, in squadra. Non sono molti quelli che oggi hanno spazio. Serve anche un ricambio da dietro, anche se mi pare che nei settori giovanili sia complicato, a parte casi isolati, avere ore e mezzi per costruire i pivot di domani»