«Allenare Antonella è una scelta naturale»
«I tempi erano giusti, siamo contenti. È come se un tecnico di calcio passasse dalla squadra provinciale al Real Madrid. Sfida importante»
L’altro giorno è arrivata con quattro minuti di ritardo. Un’inezia. Ma, si sa, le regole sono regole. «Antone’, guarda che qui sono io l’allenatore». Lei lo ha guardato senza protestare: «Ok coach», ha risposto. Con Lorenzo Dessi non ci sono luoghi comuni. Essere marito di Antonella Palmisano, campionessa di tutto, faccia pulita e bella dell’atletica azzurra e mondiale, non sposta nulla nel suo ruolo di allenatore. Un ruolo nuovo, difficile, che da poco più di un mese ha rimodulato le loro vite.
«Ci siamo detti subito: va bene, dobbiamo distinguere le parti. Ci sono il marito e la moglie. E ci sono l’allenatore e l’atleta». Sta funzionando. Non è scontato. Lo sport non è nuovo a questi intrecci. Tamberi e il padre, Howe e la madre. Molti finiti nel dimenticatoio, altri agli stracci. Altri ancora bagnati di euforia. «Bisogna rispettare i ruoli - racconta Dessi -, senza confondere quello sportivo con quello sentimentale. Ma diventare il suo allenatore è sembrata la cosa più naturale del mondo».
«È bello. È una sfida importante. Chi non vorrebbe allenare un campione olimpico? Però è un po’ come se alleni una squadra di calcio provinciale e a un certo punto ti dicono: vai ad allenare il Real Madrid. Per me i tempi erano giusti, siamo contenti». «Varia da periodo a periodo. Ora siamo alla ricerca della serenità. Valuto se devo essere rompiscatole, magari più avanti. E comunque per me il rapporto è un binomio, siamo su un binario: dobbiamo viaggiare insieme».
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che può fare Antonella adesso è lavorare serenamente, ma certo gli obiettivi principali sono Parigi: la 20 chilometri e poi la staffetta mista di marcia. Quelle due gare sono la priorità. In mezzo c’è la coppa del mondo per la staffetta in Turchia. E ovviamente gli Europei a Roma. Antonella potrà dire la sua».