Corriere dello Sport

Subito Iannone e promette bene

«Nessuno pensava che potessi andare così veloce. Tanto tempo senza gare, sono distrutto»

- Di Mirco Melloni

Leader nel giorno 1 accorciato dalla pioggia, Remy Gardner si è confermato ieri, nella chiusura dei test Superbike di Jerez. L’ex campione della Moto2 si candida con la Yamaha a un ruolo di primo piano, non ottenuto ieri a livello mediatico. Poiché sul circuito Angel Nieto l’attenzione era sulle numerose novità, molte delle quali italiane: quella di Andrea Iannone, alla prima uscita in assetto corsa in attesa della fine della squalifica (a metà dicembre), è chiarament­e la storia dei test. L’abruzzese ha chiuso quinto, con un distacco inferiore al secondo rispetto a Gardner: un risultato che la dice lunga sul talento del 34enne ex MotoGP, alla prima vera uscita sulla Panigale V4R e con le gomme Pirelli da gara, senza dimenticar­e la lunga inattività. «Fisicament­e sono distrutto perché non guidavo una moto da gara da tanto tempo – ha ammesso Iannone, autore di 90 giri in due giorni ma il punto di partenza è migliore del previsto. Nessuno si aspettava che potessi essere così veloce. Mi ha scritto il CEO Ducati, Claudio Domenicali, e ho sentito il direttore generale Gigi Dall'Igna. Ringrazio Ducati e il Team GoEleven».

«Talento e velocità di Iannone sono quelli di una volta», ha sottolinea­to il campione in carica Alvaro Bautista, suo compagno di marca.

Oltre a Iannone, si è fatto notare un altro azzurro della Ducati: Nicolò Bulega, secondo, con un passo decisament­e interessan­te il rookie 24enne campione della Supersport. «Sono contento anche se non abbiamo potuto girare molto a causa delle condizioni. Abbiamo avuto sol

Andrea Iannone, 34 anni, velocissim­o in pista tanto mezza giornata, in cui comunque sono riuscito a essere veloce: questo mi dà molta fiducia».

Il team ufficiale Ducati era il più atteso ieri, per Bulega ma anche perché Bautista – dolorante alla schiena per la caduta di martedì - è salito per la prima volta sulla Ducati “zavorrata”, in ossequio alla nuova regola del peso minimo, autentica “legge anti-Bautista”. Lo spagnolo non ha cercato l’attacco al tempo, prediligen­do le prove di assetto. «Ho cercato di interpreta­re la moto. Non è facile, perché abbiamo dovuto aggiungere sette chili, e il feeling è cambiato, in particolar­e nelle curve più veloci. Fatico un po' in frenata, è più dura inserire la moto in curva e farla girare, c’è un’inerzia maggiore che mi porta fuori. Abbiamo raccolto dati su cui lavorare in inverno», ha spiegato Bautista, che ora può “scartare” il regalo per il titolo, partecipan­do al GP di Malesia della MotoGP da wild card.

Test Jerez, sessioni combinate: 1. Gardner (Aus, Yamaha) 1’38”448 (61 giri), 2. Bulega (Ducati) a 0”278 (52), 3. Rea (Gbr, Yamaha) a 0”731 (68), 4. Lowes (Gbr, Kawasaki) a 0”763 (68), 5. Iannone (Ducati) a 0”887 (69), 6. Rinaldi (Ducati) a 1”359 (69), 7. Bautista (Ducati) a 1”514 (58); 11. Bassani (Kawasaki) a 2”898 (54).

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