Corriere dello Sport

Inzaghi style Thiago sa volare

Mau oltre il sarrismo, DDR sprint Max supera le aspettativ­e e Gasp le conferma. Nicola, altra impresa

- Di Alberto Polverosi

Due terzi di campionato, un’idea sul valore delle squadre ce la siamo fatta. Alcune hanno dato tutto quello che avevano, altre non hanno risposto alle attese. Ma i loro allenatori quanto le hanno aiutate? La risposta che proviamo a dare è in questa classifica dei migliori 10 tecnici, classifica parziale per i tempi (quella più aderente alla realtà andrà riproposta a fine stagione) e ovviamente soggettiva, così da essere discussa e, se il lettore desidera, anche rifatta di sana pianta. I criteri base sono questi: il livello dell’organico a disposizio­ne, le ambizioni di inizio campionato, la qualità del gioco e i risultati raggiunti.

INZAGHI TOP. Primo posto per Simone Inzaghi, anche se c’è stato ampio dibattito fra lui e Thiago Motta. Alla fine, seppur di poco, ha prevalso l’interista. Tutti lo davano per favorito per lo scudetto, ma pochi immaginava­no che la sua squadra, pur dotata di un gruppo fantastico di giocatori, riuscisse a raggiunger­e un livello così alto nel gioco, tanto da ricordare per lo spettacolo il Napoli di Spalletti. Domina il campionato migliorand­o nettamente le cifre di quello precedente (13 punti in più), e anche in Europa, dopo la finale Champions persa contro il Manchester City, si è ripresenta­to col suo marchio. Cifre e gioco firmate Inzaghi. di questa stagione. È lassù per meriti acquisiti, per i valori tecnici (e non solo tecnici) trasmessi alla squadra, è dove nessuno se lo immaginava. Adesso Thiago è atteso all’ultima verifica: il prossimo anno il Bologna (che spera di avere ancora in panchina l’italo-brasiliano) potrebbe giocare le coppe e il lavoro del tecnico cambierà, sarà raddoppiat­o, non allenerà e basta, dovrà anche gestire, preparando non una partita a settimana ma due. Il salto è quello. La forza mentale di Thiago, la forza mentale di Allegri, l’effetto prodotto è nel secondo posto della Juventus. Poco gioco, di medio basso livello, adeguato a quello dell’organico a sua disposizio­ne, ma risultati al di sopra di ogni realistica aspettativ­a. Se Thiago è la sorpresa, Gasperini è la conferma. Sono otto anni che allena l’Atalanta e raramente ha sbagliato stagione, la sua principale caratteris­tica sta nella continuità, nella capacità di trasferire ogni volta alla squadra tutte le sue qualità che qualcuno, in modo riduttivo, spiega col dinamismo e l’aggressivi­tà, ma che invece riguardano anche e soprattutt­o la tecnica: il lavoro che Gasp ha fatto con De Ketelaere e Miranchuk è il risultato di un grande allenatore.

NELLA CAPITALE. Non è facile capire Sarri in questa stagione, ma non è solo colpa sua. Forse è colpa anche della Treccani. Per anni, diciamo da Empoli a Napoli, è stato visto, giudicato e sintetizza­to il suo calcio col termine “sarrismo”, finito appunto nel dizionario. E invece Sarri sa che il calcio non è uno solo, sa che si possono vincere partite giocate con la testa prima che con i piedi, senza attaccare a testa bassa ma con criterio, come è successo di recente a Torino, prima ancora col Bayern e l’anno scorso a Napoli. Difesa e contropied­e, Sarri è oltre il sarrismo. De Rossi ha iniziato bene, quattro vittorie e una sconfitta in campionato, la qualificaz­ione tutta cuore in Europa League col Feyenoord. La sensazione è che giocatori e tifosi lo vedano ancora come capitan futuro, anche allora era una guida. Toccherà a lui trasformar­si definitiva­mente in mister futuro. Le possibilit­à di riuscita ci sono.

NUOVI E CERTEZZE. Sarebbe un errore inserire pure Davide Nicola nella categoria “sorprese”. Sei partite, zero sconfitte, tre vittorie e tre pareggi, Empoli trascinato di peso fuori dalla zona-retrocessi­one. Lo ha preso alla 20ª giornata, in penultima posizione, dopo la vittoria di ieri a Reggio Emilia ha toccato il 13° posto. Non solo: dopo 20 partite l’Empoli aveva segnato 11 gol, quanti ne ha fatti nelle 6 gare targate-Nicola. Che non è una sorpresa perché a imprese del genere ha abituato i suoi estimatori: le miracolose salvezze di Crotone e Salernitan­a parlano per lui. Bella conferma per Palladino che a Monza ha impression­ato per la capacità di ripetersi sui livelli della stagione scorsa; conferma anche per Italiano (7 punti in più del campionato scorso, semifinale di Coppa Italia e ottavi di Conference) nonostante il periodo non certo brillante della Fiorentina; un passo indietro per Pioli: dopo il capolavoro dello scudetto di due anni fa il livello del Milan si è abbassato.

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SORPRESA E CONFERMA. Thiago Motta è la vera sorpresa

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