Inzaghi style Thiago sa volare
Mau oltre il sarrismo, DDR sprint Max supera le aspettative e Gasp le conferma. Nicola, altra impresa
Due terzi di campionato, un’idea sul valore delle squadre ce la siamo fatta. Alcune hanno dato tutto quello che avevano, altre non hanno risposto alle attese. Ma i loro allenatori quanto le hanno aiutate? La risposta che proviamo a dare è in questa classifica dei migliori 10 tecnici, classifica parziale per i tempi (quella più aderente alla realtà andrà riproposta a fine stagione) e ovviamente soggettiva, così da essere discussa e, se il lettore desidera, anche rifatta di sana pianta. I criteri base sono questi: il livello dell’organico a disposizione, le ambizioni di inizio campionato, la qualità del gioco e i risultati raggiunti.
INZAGHI TOP. Primo posto per Simone Inzaghi, anche se c’è stato ampio dibattito fra lui e Thiago Motta. Alla fine, seppur di poco, ha prevalso l’interista. Tutti lo davano per favorito per lo scudetto, ma pochi immaginavano che la sua squadra, pur dotata di un gruppo fantastico di giocatori, riuscisse a raggiungere un livello così alto nel gioco, tanto da ricordare per lo spettacolo il Napoli di Spalletti. Domina il campionato migliorando nettamente le cifre di quello precedente (13 punti in più), e anche in Europa, dopo la finale Champions persa contro il Manchester City, si è ripresentato col suo marchio. Cifre e gioco firmate Inzaghi. di questa stagione. È lassù per meriti acquisiti, per i valori tecnici (e non solo tecnici) trasmessi alla squadra, è dove nessuno se lo immaginava. Adesso Thiago è atteso all’ultima verifica: il prossimo anno il Bologna (che spera di avere ancora in panchina l’italo-brasiliano) potrebbe giocare le coppe e il lavoro del tecnico cambierà, sarà raddoppiato, non allenerà e basta, dovrà anche gestire, preparando non una partita a settimana ma due. Il salto è quello. La forza mentale di Thiago, la forza mentale di Allegri, l’effetto prodotto è nel secondo posto della Juventus. Poco gioco, di medio basso livello, adeguato a quello dell’organico a sua disposizione, ma risultati al di sopra di ogni realistica aspettativa. Se Thiago è la sorpresa, Gasperini è la conferma. Sono otto anni che allena l’Atalanta e raramente ha sbagliato stagione, la sua principale caratteristica sta nella continuità, nella capacità di trasferire ogni volta alla squadra tutte le sue qualità che qualcuno, in modo riduttivo, spiega col dinamismo e l’aggressività, ma che invece riguardano anche e soprattutto la tecnica: il lavoro che Gasp ha fatto con De Ketelaere e Miranchuk è il risultato di un grande allenatore.
NELLA CAPITALE. Non è facile capire Sarri in questa stagione, ma non è solo colpa sua. Forse è colpa anche della Treccani. Per anni, diciamo da Empoli a Napoli, è stato visto, giudicato e sintetizzato il suo calcio col termine “sarrismo”, finito appunto nel dizionario. E invece Sarri sa che il calcio non è uno solo, sa che si possono vincere partite giocate con la testa prima che con i piedi, senza attaccare a testa bassa ma con criterio, come è successo di recente a Torino, prima ancora col Bayern e l’anno scorso a Napoli. Difesa e contropiede, Sarri è oltre il sarrismo. De Rossi ha iniziato bene, quattro vittorie e una sconfitta in campionato, la qualificazione tutta cuore in Europa League col Feyenoord. La sensazione è che giocatori e tifosi lo vedano ancora come capitan futuro, anche allora era una guida. Toccherà a lui trasformarsi definitivamente in mister futuro. Le possibilità di riuscita ci sono.
NUOVI E CERTEZZE. Sarebbe un errore inserire pure Davide Nicola nella categoria “sorprese”. Sei partite, zero sconfitte, tre vittorie e tre pareggi, Empoli trascinato di peso fuori dalla zona-retrocessione. Lo ha preso alla 20ª giornata, in penultima posizione, dopo la vittoria di ieri a Reggio Emilia ha toccato il 13° posto. Non solo: dopo 20 partite l’Empoli aveva segnato 11 gol, quanti ne ha fatti nelle 6 gare targate-Nicola. Che non è una sorpresa perché a imprese del genere ha abituato i suoi estimatori: le miracolose salvezze di Crotone e Salernitana parlano per lui. Bella conferma per Palladino che a Monza ha impressionato per la capacità di ripetersi sui livelli della stagione scorsa; conferma anche per Italiano (7 punti in più del campionato scorso, semifinale di Coppa Italia e ottavi di Conference) nonostante il periodo non certo brillante della Fiorentina; un passo indietro per Pioli: dopo il capolavoro dello scudetto di due anni fa il livello del Milan si è abbassato.