Meret-Scuffet, la sfida dei bambini prodigio di Udine
NAPOLI - I predestinati erano loro, (quasi) nessun altro: perché in quel tempo, ormai così lontano, buttarsi tra le braccia di Scuffet o in quelle di Meret era divenuto un modello di vista calcistico assai rassicurante. E c’è stata un’epoca, neanche così breve, in cui dietro qualsiasi pensiero audace c’erano due ragazzini, vicini di “porta”: a Udine, più generalmente nel Friuli, ch’è terra di numeri 1, il giorno in cui Simone Scuffet infilò i guanti e mise i piedi in campo, già s’avvertiva il chiacchiericcio che alle sue spalle un enfant prodige che debuttava in serie A a diciassette anni e nove mesi - ci fossero mani egualmente proiettate nel futuro, quelle di Alex Meret, ormai già comodamente adagiato nel club Italia insieme al suo amico d’infanzia. Scuffet e Meret sono cresciuti a distanza ravvicinatissima, uno al Remanzacco, l’altro alla Donatello (ch’è un classico, verrebbe da dire) e poi, dopo un po’, quando pure per casa avevano più o meno i pantaloni corti, si sono ritrovati all’Udinese, che sa dove mettere gli occhi, figurarsi un po’ le mani.
AZZURRI. Scuffet ha attraversato le varie Under (dalla 17 alla 21) ed ha messo assieme 42 presenze; Meret si è avviato persino un po’ prima (dalla Under 16) e poi è planato oltre, alle spalle di Donnarumma: 48 partite, 3 con la Nazionale maggiore, l’Europeo (senza esordire) e adesso pure lo scudetto, che gli appartiene per intero, un premio strappato prendendo a ceffoni la sfortuna, che non l’ha mai seriamente abbandonato.
LE SCELTE. Scuffet, manco il tempo di esordire in A, si ritrovò in una specie di frullatore e quando chiamarono i campioni di Spagna, l’Atletico Madrid del Cholo, spiegò che gli sarebbe piaciuto crescere ancora e completarsi all’Udinese. Meret la Serie A con la Spal, a venti anni e dieci mesi, però dopo un giro di giostra, nell’estate successiva, era già al Napoli, investimento mirato anche dalla dea bendata che al secondo allenamento in ritiro gli fa saltare l’ulna del braccio sinistro, che non gli ha impedito di mettere assieme 162 presenze. Cagliari-Napoli è la partita dei “precoci”, perché poi se ne è andato circa un decennio ma in realtà non è cambiato (assolutamente) niente: Scuffet e Meret sono bambini per sempre. Però bravi, eh: rassicuranti, talentuosi. Lascereste anche le chiavi del portone, nelle loro mani.
Il portiere azzurro e quello rossoblù, avversari, sono amici da sempre