Gonzalez ha accettato il compito
La Fiorentina va scossa: solo Nico può farcela La Viola ha bisogno di lui Si è scatenato al Viola Park: punizioni, tiri, gol, numeri e infine l’esultanza alla Bati
Vero Nico, vera Fiorentina. Ci si può girare intorno come e quanto si vuole, le statistiche ci hanno anche provato a far pensare il contrario, ma al crescere delle difficoltà nella squadra di Italiano da una parte e dell’attaccante argentino dall’altra, l’assunto di partenza non si smentisce. Ecco perché è tanto importante che il Viola Park abbia rimandato indietro le immagini di Gonzalez bello carico, nel fisico e nello spirito, nell’esuberanza atletica e nella voglia di spaccare tutto: solo no, però soprattutto sì con l’argentino ai suoi livelli la Fiorentina ha più possibilità di invertire davvero il flusso dei risultati e riaffermarsi come una delle pretendenti all’Europa.
ESEMPIO DA SEGUIRE. Rigori, punizioni, tiri in corsa che spesso e volentieri diventano tiri al bersaglio per i “malcapitati” Terracciano and company: questo ha proposto Italiano ai suoi nell’allenamento di ieri, penultimo effettivo verso la Lazio, e lì si è scatenato Gonzalez con una serie di conclusioni che hanno dato poco spazio d’intervento al portiere campano, a Martinelli e Vannucchi (Christensen segue sempre un programma differenziato per recuperare dall’intervento in artroscopia al ginocchio de giorni scorsi), al punto che l’esultanza è diventata ad un certo punto irrefrenabile (video sui social del club) e ha fatto sicuramente sobbalzare i tifosi viola che l’hanno guardato, quando Nico si è messo a “mitragliare” e il pensiero di chi ha più di quarant’anni e la Fiorentina nel cuore non ha potuto non fare un tuffo nel passato nel nome di Gabriel Omar Batistuta. Senza alcun paragone che sarebbe sacrilego calcisticamente parlando anche appena accennarlo, è proprio quell’immagine a spargere nuove motivazioni al calciatore e nuova fiducia a tutto l’ambiente.
QUESTO È IL MOMENTO. Troppo importante ritrovare il vero Nico per ritrovare la vera Fiorentina e alla fine poi gira e rigira si torna per forza in cima. All’attaccante sudamericano capace di segnare 9 gol (6 in campionato e 3 in Conference League), di aggiungere un paio di assist, di essere decisivo, di trascinare spesso e volentieri i compagni (insieme a Bonaventura) fino a metà dicembre e all’infortunio di Budapest (lesione di secondo grado ai flessori della coscia destra) che l’ha tenuto fuori per oltre un mese e mezzo, periodo in cui la formazione di Italiano un po’ ha fatto bravamente di necessità virtù (tre vittorie su tre sempre in Serie A e tutte per 1-0 prima della chiusura dell’anno), ma poi affanni e problemi (carenza di esterni offensivi in primis) sono venuti fuori e hanno condizionato risultati e rendimento. L’assenza di Nico Gonzalez ha pesato, come ha pesato e pesa il fatto che dal rientro contro l’Inter (mezz’ora) all’Empoli non si sia ancora visto il calciatore trascinante d’estate-autunno. E non c’entra nulla l’episodio del rigore sbagliato proprio con i nerazzurri se non per quello che ha rappresentato in sé e stop (possibile 1-1 sfumato), ma c’entra invece e molto l’entrare e l’uscire da ogni singola partita nei 275 minuti complessivi disputati dall’argentino dopo l’Inter (ultime tre gare da titolare). Senza davvero mai riuscire a dare il segno della su riconosciuta incisività, se non nel gol bello e ininfluente (quello del momentaneo 4-0) segnato al Frosinone. Lo sa per primo lui, Nico, che alla Fiorentina serve un altro Gonzalez.