NAPOLI KVARA E CUORE
Grandi emozioni al Maradona Gli azzurri piegano la Juve e portano avanti la risalita: Viola scavalcata, Atalanta a 3 punti Victor conquista e sbaglia un rigore Khvicha sblocca, Chiesa pareggia ma i campioni non si arrendono Raspa corregge l’errore di Osi
Bella, anzi bellissima: in 90' che sanno di calcio, d’atletismo, d’orgoglio, d’organizzazione, di Napoli-Juventus. Un’ora e mezza che neanche Agatha Christie avrebbe sceneggiato, con lampi di suspence, brividi sparsi qua e là e un finale di quello da evitare ai cardiopatici: l’“ammazza”-Juventus si chiama, ancora e di nuovo, Jack Raspadori, che al 43' d’una partita, come il 23 aprile, spazza via un’avversaria autorevole, risistemando all’incrocio il rigore parato da Szczesny a Osimhen. Ma prima, e a lungo, tranne le umane pause, è stato football da gustarsi. Se non ci fosse Kvara bisognerebbe inventarselo, perché la partita la orienta (43' pt) una sua genialata, una sassata al petto della Signora che vacilla ma resiste, con fierezza. E se non ci fosse Chiesa, varrebbe la pena di invocarlo, perché per scacciare via la rassegnazione c’è voluta una rasoiata tagliente (36' st) che però è rimasta un’illusione.
GIOVANE E COL TRUCCO.
Il Napoli la vince quando non ci pensava più, su una leggerezza di Nonge che manda Osimhen sul dischetto e poi Raspadori in paradiso. La Juventus la perde dopo aver giustamente pensato di aver meritato quella nottata lucida e reattiva. Perché l’opulenza della Real casa è un ricordo e tra infortuni (Rabiot e McKennie) e squalifiche (Pogba e Fagioli), Allegri si è ritrovato a dover far da zio ad una Giovin Signora con la sua età media più bassa (26 anni e 14 giorni) in uno stadio nel quale era da 27 anni che non si presentava con una squadra così “tenera” (25 e 339 giorni). Ma a quei fanciulli un pizzico di trucco gliel’ha messo Allegri: difesa teoricamente a tre e però praticamente a quattro, con Cambiaso in linea e Alex Sandro stimolato a scivolare largo a sinistra.
Napoli-Juventus ha vibrato subito, l’hanno scossa uno Kvara da sogno e un Vlahovic da incubo. Per un bel po’, Olivera è andato in trance, ha subito Cambiaso che ha barcollato nell’altra fase, su Kvara - e Traore è rimasto vittima di se stesso: ma per annoiarsi non c’è mai stato tempo, e tra sventagliate (Di Lorenzo, 2', frenato da Szczesny) e spiriti liberi, Vlahovic s’è infilato in un tunnel. La Juventus è andata frontalmente, con Chiesa, il Napoli ha tremato (10' colpo di testa del serbo, fuori di un'unghia) e per rialzarsi ha scoperto d’avere soprattutto Kvara, aspettando Lobotka e Di Lorenzo che sarebbero arrivati.
LE SVOLTE. Più Juve che Napoli, a lungo, più paure per Calzona che per Allegri, statisticamente: e quando Vlahovic (34') è andato a sbattere sul palo, dopo illuminazione di Chiesa, il Conte Max qualche imprecazione al vento l’ha lanciata, almeno sino all’istante in cui Alex Sandro (38') non gli ha restituito il colorito, salvando sulla linea dalla percussione volante di Olivera, riemerso dalle distrazioni. C’è stato calcio godibile, ma la Juventus ha continuato a starsene (un po’ 4-4-2 un po’ 3-5-2) intorno a Locatelli, ha lasciato che Cambiaso dimenticasse con la sua furia Kvara, attaccandolo, ignara che quel fenomeno (42') l’avrebbe punito con una volée sublime sul rinvio di Bremer. Ma lo stupore, una doccia gelata, avrebbe colto Allegri al 45 ': pressing altissimo di Rugani, palla rubata a Lobotka, verticalizzazione per Vlahovic, libero da qualsiasi uomo e da alcuna preoccupazione però terrificante con la sua conclusione in curva.
CHE FINALE. La Juventus ha sbagliato ancora (Cambiaso, 8'), poi s’è cambiata, Weah a destra, altri due bimbetti - Nonge e Yildiz, una presenza comunque sempre pressante. E la partita è rimasta accecante nei duelli (Lobotka con Locatelli; Alcaraz con Traore; esterni che se le suonavano). E poi, chiaro, un po’ di stanchezza è emersa, mai abbastanza per far sfiorire quei 90' che sono decollati emotivamente sui titoli di coda: Chiesa ha urlato alle tenebre la sua felicità per l’1-1 ma Raspadori s’è sgolato, sette minuti dopo. Il Napoli c’è, la Juve anche: uno insegue disperatamente la Champions, l'altra la difende. Decideranno gli dei...