Il Frosinone c’è ma il Lecce non molla mai
Cheddira e autogol di Cerofolini: il punto serve poco a entrambe
Èun pareggio preoccupante. Il Frosinone non svolta e si interroga incredulo su un altro harakiri, che lo spinge a +1 sulla zona rossa. Il Lecce invece sente rimbombare la contestazione dei tifosi e non può sentirsi al sicuro, avendo solo un punto in più in classifica. Il derby degli allenatori pescaresi termina insomma con un risultato che non rilancia. Anzi impaurisce. Di Francesco avrebbe certamente meritato di più, perché i suoi ragazzi hanno provato fino alla fine a vincere dopo aver regalato l’1-1, ma è il primo a sapere che i complimenti non servono a 11 giornate dalla fine: occorre invertire il trend, perché due punti in sei partite sono pochi. Ma anche D’Aversa è consapevole di una situazione complicata che si può risolvere soltanto con una crescita generale della performance: non sempre puoi cavartela giocando bene per trenta minuti su cento e chiudendo la partita sotto assedio.
LA PAURA.
Del resto era evidente che le due squadre non scoppiassero di allegria: prima di ieri avevano entrambe conquistato appena 4 punti nel 2024. E in uno scontro diretto la tensione si avverte. Per questo forse il Frosinone, disegnato in un 4-14-1, ha cominciato contratto. La spensieratezza di inizio stagione dopo quattro sconfitte di fila si era affievolita, comprensibilmente. Per di più Di Francesco ha perso per un problema muscolare Harroui al primo scatto e ha dovuto inserire Reinier, non prontissimo a duellare nel mezzo. E così il Lecce, pur lasciando l’iniziativa all’avversario, ha sofferto poco in difesa e creato la migliore occasione del primo tempo con Krstovic sul quale Cerofolini, di nuovo preferito a Turati in porta, è stato bravo. Ma siccome il calcio è strano, è stato il Frosinone a segnare nel recupero con un’azione casuale: cross dalla trequarti (Zortea), torre timida (Romagnoli) e smanacciata corta di Falcone che è stato freddato da Cheddira, al secondo gol consecutivo.
AUTOLESIONISMO.
Di Francesco a quel punto ha forse pensato: stavolta siamo noi a sfruttare la sbadataggine altrui. Ma a inizio ripresa si è subito ricreduto a causa della sciocchezza di Zortea che ha passato corto all’indietro per Cerofolini, a sua volta poco furbo a stendere Krstovic che correva lontano dalla porta. Rigore giusto, con soluzione palpitante: Cerofolini ha parato il tiro di Rafia, che però il Var ha ordinato di ripetere (Cheddira era entrato troppo presto in area). Sul secondo tentativo Krstovic ha colpito il palo ma il pallone, finito sul sedere del portiere, è poi finito in rete. Un’assurda carambola.
ASSALTO.
L'episodio sfavorevole, un mix di sfortuna e colpevolezza, ha prodotto paradossalmente lo shock giusto per sciogliere il Frosinone. Che di lì in avanti ha dominato e creato tante circostanze per il 2-1. Ci sono stati una traversa di Gelli, un gol annullato a Brescianini per fuorigioco di mezza gamba, un pasticcio in area del subentrato Seck e anche la paratona di Falcone al minuto 97 sul colpo di testa di Kaio Jorge. Quindici tiri totali e il 64,6% di posseso palla non sono bastati. Doveva andare così: il verdetto sulla salvezza è rimandato. E nel weekend spuntano altri due scontri diretti: Sassuolo-Frosinone e Lecce-Verona. La paura aumenta.