Bufera scherma uzbeka stuprata
Emerge un caso che risale all’agosto 2023 Accusati tre schermidori italiani che ancora gareggiano. La Fis: «Ora non possiamo intervenire»
Una brutta storia che nulla ha a che fare con la scherma. Dal sogno coronato di aver partecipato al Mondiale milanese dello scorso luglio all’incubo di venire stuprata da tre colleghi, pochi giorni dopo, a inizio agosto, durante un camp estivo privato a Chianciano Terme, cui hanno partecipato atleti di diverse nazionalità. Una violenza fisica che ha costretto la teenager di nazionalità uzbeka a essere anche ricoverata due volte in ospedale nei giorni successivi, ma che a tutt’oggi non ha ancora visto provvedimenti.
Al momento, infatti, i tre giovani schermidori italiani sospettati degli abusi, in assenza di provvedimenti disciplinari, continuano a tirare in pedana, mandando su tutte le furie l’avvocato dell’accusa che ha chiesto a più riprese che il reato fosse messo in codice rosso. Secondo quanto si apprende, sarebbero due gli atleti indagati dalla Procura di Siena (dove è stata sporta la denuncia), mentre il terzo non ha ancora raggiunto la maggior età.
SEGRETO.
«A fine ottobre, abbiamo ricevuto la lettera dell’avvocato della ragazza e ci siamo subito messi a disposizione della Magistratura, indicando alla Procura di informarci sulla vicenda che coinvolgeva alcuni nostri tesserati - spiega il presidente della Federscherma, Paolo Azzi - Noi siamo in attesa e ci siamo già mossi a più riprese per avere un riscontro, ma al momento è tutto riservato e vige il segreto istruttorio. Abbiamo subito dato la disponibilità di costituirci parte civile, ma essendo l’indagine ancora alle fasi preliminari non possiamo fare di più. Capisco benissimo le ragioni della ragazza, ma non possiamo sostituirci in alcun modo all’autorità giudiziaria, finché non vengono fatte le verifiche del caso».
Per questa ragione la Fis non ha potuto ancora sospendere i ragazzi, come aveva fatto, invece, cautelarmente lo scorso autunno nei confronti dell’olimpionico Andrea Cassarà, accusato di aver ripreso una ragazzina quindicenne mentre faceva la doccia. Un’impasse che richiede uno sviluppo per non rendere ancor più profonde ferite che hanno già lasciato il segno sulla giovane atleta uzbeka, che dovrebbe concentrarsi solo sulla qualificazione per i Giochi di Parigi e che, invece, continua a lottare con i fantasmi di quanto accaduto l’estate scorsa. «Prima o poi emergerà che noi non potevamo muoverci diversamente precisa Azzi - Capisco tutto, ma qualunque nostro intervento sarebbe un danno all’attività investigativa e non sarebbe neanche possibile per un’ipotesi di reato così grave senza avere strumenti di indagine paragonabili a quelli della Magistratura».
Il fatto a Chianciano La Procura di Siena indaga due atleti il terzo è minorenne