Sarri non è romantico «Li voglio incavolati»
Il tecnico laziale cerca la chiave nella tensione emotiva «Non è una partita in cui presentarsi emozionati ma il contrario. Sarà durissima, non è impossibile Serviranno spirito di sacrificio, difesa e coraggio»
Si sente il peso dell’attesa. Si vede che è un avvenimento. C’è Lotito a Monaco, seduto in prima fila nella sala conferenze dell’Allianz Arena, guarda Sarri dal basso in alto. Il massimo storico della sua presidenza è sempre con lui a giocarselo. Sarri gli ha regalato un secondo posto, Sarri può regalargli un quarto di finale Champions. «Nel calcio niente è impossibile, questo deve darci convinzione. Non è partita da presentarsi emozionati, ma belli incazzati», più che raccontarla questa partita il Comandante vuole giocarla con la forza epica che serve. «Grandi emozioni non ne ho, bisogna essere coraggiosi e determinati. Sarà una partita durissima, dobbiamo essere consapevoli della grande difficoltà che troveremo in campo. Serviranno spirito di sacrificio e capacità di sofferenza», il motto dal sapore western.
IL MIRACOLO. Servirà una partita perfetta contro un Bayern spesso imperfetto. Servirà più di quanto già è stato fatto all’andata. Quel piccolo enorme golletto non può rimanere l’unico. I tedeschi attaccheranno a valanga e Sarri ha chiarito che la Lazio non potrà pensare solo a difendersi con l’antica vocazione italiana alla barricata evocata da Tuchel: «La strada più semplice non esiste - ha detto Mau - ci auguriamo di ottenere la qualificazione, ma non sarà facile. Hanno una qualità smisurata e facilità nel trovare il gol. Dobbiamo lottare e morire nella fase difensiva, ma dobbiamo anche avere il coraggio di andare a fargli male. Pensare di stare 100 minuti dentro la nostra area a difenderci la vedo dura. Ma ci sta che
ci chiuderanno loro...». Il Bayern ha punti deboli: «Un po’ di equilibrio lo perdono, bisognerà essere bravi ad uscire dalla prima riaggressione, qualche spazio si può trovare». Trionfi e tonfi, grandi imprese e contraddizioni, sforzi smisurati e fiaccamenti crudeli. Questa è la Lazio. Sarri vede più luci che ombre: «Non penso ci sia tanto che non funzioni, giocando ogni 3-4 giorni da 20 giorni ogni tanto paghiamo. Ci fanno bene queste partite, valgono come esperienza. Per diventare una squadra mentalmente competitiva ogni 72 ore c’è da fare un percorso, non lo siamo completamente. Ho avuto sensazioni positive nell’ultimo periodo, anche se abbiamo sempre gli stessi difetti. Qualcosa è cambiato nel gruppo, magari è un mio convincimento illogico». Sarri è tornato sulla partita col Milan senza occuparsi di Di Bello: «Grande partita, non siamo mai stati in sofferenza estrema. Abbiamo mandato giù un boccone amaro, speriamo che tutta la delusione si trasformi in grande energia positiva». Il messaggio ai 3.400 tifosi in arrivo: «Li ringrazio. Spero tornino a casa meno incazzati di com’eravamo venerdì». Sarri è certo che la Lazio darà tutta se stessa: «A livello fisico ci esprimeremo su grandi numeri. Ma non sono tutto. Puoi correre due chilometri in più, poi loro ti piazzano uno sprint da 36 chilometri orari. Speriamo ci lascino degli spazi». Ha dubbi su Vecino e Zaccagni: «Recupero lento, gli indicatori non erano di grandissimo livello. Ora sono due giocatori da spezzoni». Assapora l’eurocolpaccio Lotito: «I tifosi credano nel progetto della società. Il Bayern? Dobbiamo essere combattivi. Facciamo in modo che la Lazio si senta una squadra di livello internazionale, il club lo è».
«Ci chiuderanno ma non vorrei stare 100 minuti in area Dovremo provarci»