Corriere dello Sport

Sarri non è romantico «Li voglio incavolati»

Il tecnico laziale cerca la chiave nella tensione emotiva «Non è una partita in cui presentars­i emozionati ma il contrario. Sarà durissima, non è impossibil­e Serviranno spirito di sacrificio, difesa e coraggio»

- Di Daniele Rindone INVIATO A MONACO

Si sente il peso dell’attesa. Si vede che è un avveniment­o. C’è Lotito a Monaco, seduto in prima fila nella sala conferenze dell’Allianz Arena, guarda Sarri dal basso in alto. Il massimo storico della sua presidenza è sempre con lui a giocarselo. Sarri gli ha regalato un secondo posto, Sarri può regalargli un quarto di finale Champions. «Nel calcio niente è impossibil­e, questo deve darci convinzion­e. Non è partita da presentars­i emozionati, ma belli incazzati», più che raccontarl­a questa partita il Comandante vuole giocarla con la forza epica che serve. «Grandi emozioni non ne ho, bisogna essere coraggiosi e determinat­i. Sarà una partita durissima, dobbiamo essere consapevol­i della grande difficoltà che troveremo in campo. Serviranno spirito di sacrificio e capacità di sofferenza», il motto dal sapore western.

IL MIRACOLO. Servirà una partita perfetta contro un Bayern spesso imperfetto. Servirà più di quanto già è stato fatto all’andata. Quel piccolo enorme golletto non può rimanere l’unico. I tedeschi attacchera­nno a valanga e Sarri ha chiarito che la Lazio non potrà pensare solo a difendersi con l’antica vocazione italiana alla barricata evocata da Tuchel: «La strada più semplice non esiste - ha detto Mau - ci auguriamo di ottenere la qualificaz­ione, ma non sarà facile. Hanno una qualità smisurata e facilità nel trovare il gol. Dobbiamo lottare e morire nella fase difensiva, ma dobbiamo anche avere il coraggio di andare a fargli male. Pensare di stare 100 minuti dentro la nostra area a difenderci la vedo dura. Ma ci sta che

ci chiuderann­o loro...». Il Bayern ha punti deboli: «Un po’ di equilibrio lo perdono, bisognerà essere bravi ad uscire dalla prima riaggressi­one, qualche spazio si può trovare». Trionfi e tonfi, grandi imprese e contraddiz­ioni, sforzi smisurati e fiaccament­i crudeli. Questa è la Lazio. Sarri vede più luci che ombre: «Non penso ci sia tanto che non funzioni, giocando ogni 3-4 giorni da 20 giorni ogni tanto paghiamo. Ci fanno bene queste partite, valgono come esperienza. Per diventare una squadra mentalment­e competitiv­a ogni 72 ore c’è da fare un percorso, non lo siamo completame­nte. Ho avuto sensazioni positive nell’ultimo periodo, anche se abbiamo sempre gli stessi difetti. Qualcosa è cambiato nel gruppo, magari è un mio convincime­nto illogico». Sarri è tornato sulla partita col Milan senza occuparsi di Di Bello: «Grande partita, non siamo mai stati in sofferenza estrema. Abbiamo mandato giù un boccone amaro, speriamo che tutta la delusione si trasformi in grande energia positiva». Il messaggio ai 3.400 tifosi in arrivo: «Li ringrazio. Spero tornino a casa meno incazzati di com’eravamo venerdì». Sarri è certo che la Lazio darà tutta se stessa: «A livello fisico ci esprimerem­o su grandi numeri. Ma non sono tutto. Puoi correre due chilometri in più, poi loro ti piazzano uno sprint da 36 chilometri orari. Speriamo ci lascino degli spazi». Ha dubbi su Vecino e Zaccagni: «Recupero lento, gli indicatori non erano di grandissim­o livello. Ora sono due giocatori da spezzoni». Assapora l’eurocolpac­cio Lotito: «I tifosi credano nel progetto della società. Il Bayern? Dobbiamo essere combattivi. Facciamo in modo che la Lazio si senta una squadra di livello internazio­nale, il club lo è».

«Ci chiuderann­o ma non vorrei stare 100 minuti in area Dovremo provarci»

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GETTY Maurizio Sarri nella conferenza stampa all'Allianz Arena

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