Fate silenzio è tornato Kvaradona
Il rilancio azzurro passa per i numeri del campione La gioia di giocare, il gol come scarica di adrenalina E in campo ha trovato un nuovo amico: Traore
Il gol alla Juve è stato una scarica di adrenalina, il pretesto per un messaggio in bozze da tempo, una scusa per inviarlo a tutta la rubrica. Sceglie l’emoji del silenzio Khvicha Kvaratskhelia e poi agita bene le braccia indicando il «qui e ora», slogan dell’oggi, il luogo e lo spazio perfetto in cui già si trova, senza la necessità di sentirsi altrove. Kvara ha riscoperto la felicità, gli brillano gli occhi, è un bambino felice, un uomo sereno, un giocatore ritrovato a tre gol dai dodici del primo campionato, quando fu eletto Mvp, in linea col suo potenziale, nei binari di un talento che viaggia spedito, che Calzona ha rincuorato.
PROTAGONISTA. Il calcio è divertimento e quando la palla ce l’ha il Napoli anche Kvara è più tranquillo. Sa che prima o poi qualcosa può accadere. Con la Juve ci ha provato e riprovato andando spesso a sbattere ma volentieri eludendo quel muro bianconero che pareva sgretolarsi ogni volta che il 77 si accendeva col motorino. Tra Cambiaso e Rugani ha colto uno spazio e l’ha riempito di tante cose, il gol è arrivato d’istinto, è stato un istante, un tiro secco e preciso, anche sporco, perché la bellezza non è autonoma, necessità di altre virtù. Kvara fa gol, il Maradona esplode, lui corre dai tifosi, sembra volergli dire «questa è casa mia», una lettura romantica che il futuro aiuterà a chiarire, con un rinnovo che presto diverrà argomento centrale del racconto.
SVOLTA. Il Napoli ritrova Kvara ma anche Kvara ritrova il Napoli, per troppo tempo corpi distanti, estranei che sfuggivano agli sguardi, fidanzati orgogliosi. La squadra si è alzata, Kvara l’ha accolta, insieme sono tornati a correre, mano nella mano, verso la porta avversaria, come accadeva un anno fa. Certo con delle differenze, un’impresa resta eterna e dunque unica, ma le ritrovate inclinazioni al calcio offensivo hanno aiutato Kvara a riconoscersi in un atteggiamento più coraggioso. Non sono casuali i tre gol in cinque giorni tra Sassuolo e Juventus, due col destro e uno col mancino, per un totale di nove in un campionato a ritmo frenetico, stop and go, tra frenate e sterzate, momenti di buio e altri di luce che abbaglia. Come domenica, al Maradona, la sua dimora, terra di mille conquiste e molte perle.
INTESE. Kvara riconosce i suoi alleati, ha scoperto in Traore un simpatico compagno di merende, i due si trovano perché si cercano, parlano la stessa lingua, si scambiano palla, posizioni e pareri. Un’intesa promettente da allegare alle storiche, da Osi a Mario Rui (quando c’è), da Olivera a Politano o Di Lorenzo, perché quando il Napoli avvolge gli avversari, da destra a sinistra o viceversa, c’è sempre qualcosa da fare. Come con la Juve: così è nato il gol del vantaggio. Kvara era già in area, aveva annusato un’opportunità, poi è tornato a girovagare per il campo, ha rimediato gialli e falli, ha entusiasmato la folla, non si è risparmiato. Quando gioca così è anche superfluo chiedersi quale sia quello vero.
Gesto d’amore verso il pubblico che adesso chiede subito il rinnovo