Saelemaekers un amico ben ritrovato
Entra e fa la differenza Motta lo esalta ma lo rimprovera perché è spesso in terra Lui accetta la critica però i falli li prende davvero A Bergamo è stato inarrestabile Rigore su di lui, ha impostato l’azione del 2-1: si è trasformato
Come a Salerno, meglio che a Salerno, perché dentro quella vittoria Alexis Saelemaekers aveva messo (ugualmente) tanta quantità e qualità, rimediando botte da tutti, ma a Bergamo è stato addirittura decisivo per quanto riguarda il risultato. Sull’1-1 su rigore di Joshua Zirkzee è stato Koopmeiners a commettere proprio sul belga il fallo in area e pochi attimi più tardi è stato ancora Saelemaekers a costruire l’azione del 2-1 di Lewis Ferguson. No, non ha fatto solo questo l’ex milanista, che quando va in campo con questi concetti nella testa e con questo temperamento sa diventare un grande protagonista: Saele ha anche corso e rincorso senza mai fermarsi un attimo, ha dato una mano ai suoi compagni via via in difficoltà, ha picchiato ed è stato picchiato, ha trascinato tutti con la sua determinazione. Insomma, è giusto riconoscere come il suo impiego dopo l’intervallo abbia cambiato la partita, anche se è altrettanto lecito fare una puntualizzazione: non è che Orsolini l’avesse sbagliata, non è così, il punto è che tutta l’Atalanta nella prima parte ha fatto meglio del Bologna. Poi guai anche a dimenticare come il cartellino giallo rimediato da Posch dopo 5 minuti di gioco non solo abbia condizionato il difensore austriaco ma come abbia creato affanni a tutta la catena di destra, dalla cui parte lavoravano Ruggeri basso e Lookman alto, i due calciatori più
TUTTO UN ALTRO SAELEMAEKERS.
Ora, come Saelemaekers sia cresciuto in tutte e due le fasi del gioco è davanti agli occhi di tutti, quel calciatore apatico che non riusciva a trovare il bandolo della matassa è ormai un ricordo molto lontano, certo è che a questo punto gli manca solo di trovare la giusta continuità, avendo alternato prestazioni ottime ad altre meno cariche di luci. Ma sempre al di sopra della sufficienza rispetto a quelle dei primi tempi, questa è una sottolineatura doverosa. Se un conto per Saele è giocare da subito e un altro è entrare a giochi avviati? Da un po’ di tempo a questa parte è stato propositivo sia nel primo che nel secondo caso, poi a onor del vero va anche detto che quando è entrato a partita cominciata ecco che ha fatto valere ancora di più le sue potenzialità tecniche e fisiche, oltre alla sua rapidità e alla capacità di saltare l’uomo sia nel breve che nel lungo, creando la maggioranza numerica come è accaduto domenica passata a Bergamo contro l’Atalanta. Qual è l’unica notta mezza stonata che gli ha rinfacciato alla fine Thiago Motta? Due volte è caduto a terra nelle vicinanze della panchina del Bologna ed è stato lo stesso Thiago a rialzarlo, imponendogli di tornare a giocare, «per rispetto del gioco, dei compagni e anche dell’arbitro», il pensiero dettato dall’allenatore rossoblù.
QUEL «VIZIETTO» DA CANCELLARE.
«Sì, è vero, anche nel corso della settimana, mentre ci alleniamo, Thiago Motta si arrabbia quando mi butto a terra», ha ammesso Saelemaekers, comunque diamo a Cesare quello che è di Cesare e non per giustificarlo, badate bene, è doveroso rimarcare come almeno in due occasioni su tre l’esterno belga abbia subito due falli molto evidenti e non per caso l’arbitro gli ha dato ragione. Caso mai ha esagerato, lasciandosi cadere a terra nelle vicinanze dell’area di rigore dell’Atalanta dopo un intervento su di lui di Ederson, che poi è ripartito: ecco, in quell’azione Saelemaekers sarebbe di sicuro stato più costruttivo per il Bologna se fosse rimasto in piedi e soprattutto se avesse anche rincorso il centrocampista brasiliano della Dea. Come ha fatto negli ultimi attimi correndo dietro a Holm a velocità doppia, e finendo per prendere anche fallo.
Le sue potenzialità fisiche si esaltano quando subentra: fa saltare gli equilibri