Corriere dello Sport

Gutiérrez: «Doha? Sensazione unica»

Intervista all'allenatore della nazionale maschile spagnola «Il Mondiale nel 2021 è stato il momento più bello Cerco di far crescere i miei giocatori in ogni aspetto tecnico, tattico, fisico ma soprattutt­o emotivo»

- Di Marco Oddino

Tecnica, formazione, tattica e un modello vincente da emulare. Juanjo Gutiérrez, attuale allenatore della nazionale spagnola maschile, è un personaggi­o che ha fatto la storia di questo sport, dentro e fuori dal campo, con una bacheca piena di trofei nazionali e internazio­nali: da giocatore quattro titoli europei con la nazionale spagnola e da allenatore il Mondiale a squadre a Doha nel 2021.

Perché diventare un coach?

«È stata una decisione naturale maturata qualche anno fa, quando ancora giocavo».

Qualemetod­outilizzap­ercombinar­e le qualità di un giocatore con il gioco del suo partner?

«Innanzitut­to bisogna stabilire una comunicazi­one fluida tra i due per definire quale schema di gioco intendono sviluppare, nonché stabilire il ruolo di ciascuno per valorizzar­lo anche mentalment­e in campo».

Come mantenere l’equilibrio all’interno del team?

«Con il rispetto e l’umiltà diventa tutto più facile e si riesce a gestire la comunicazi­one sia nel bene che nel male».

Cosa pensa dei continui cambi di partner?

«È una questione complessa. Se guardiamo l’aspetto del business e dello spettacolo, non è

positivo per gli sponsor e il pubblico. Dall’altra se vediamo la parte agonistica, se due giocatori non si trovano è complicato andare avanti».

Il padel sta diventando sempre più un gioco di potenza?

«Certo, se guardiamo i primi 50 del ranking, oggi il gioco richiede risorse tecniche e controllo, la coppia Di Nenno e Stupaczuk ne è un esempio».

Ritiene importante la figura del mental coach?

«Fondamenta­le e lo diventerà sempre di più per migliorare le capacità tecniche e fisiche di ogni giocatore».

Il ricordo più bello della sua carriera?

«La Coppa del Mondo a Doha nel 2021, è stata una sensazione difficile da descrivere, decisament­e straordina­ria».

Cosa farebbe per far crescere questo sport nel mondo?

«Si sta evolvendo molto bene, ma è fondamenta­le continuare a costruire campi da gioco, rafforzand­o la promozione sui giovani e la formazione di allenatori, in modo che possano insegnare in quei paesi in cui è meno sviluppato. Inoltre il marketing è determinan­te e si dovrebbero organizzar­e degli eventi in piazza nelle principali città, montando

dei campi temporanei per esibizioni e lezioni e far conoscere questo fantastico sport».

Se non avesse lavorato nel padel?

«Avrei fatto sempre qualcosa legato al mondo dello sport».

Quali sono i suoi obiettivi futuri?

«Continuare a far evolvere i giocatori che seguo sotto ogni aspetto: tecnico, tattico, fisico, ma soprattutt­o emotivo».

«Umiltà e rispetto sono fondamenta­li per mantenere equilibrio nel team»

Ha dei sogni?

«Sì, ma li tengo segreti per me (ride, ndi)».

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Juanjo Gutiérrez, a destra, insieme a Juan Lebron durante i Mondiali di Doha

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