A Bologna tutti a piedi per stare bene
Domenica scorsa migliaia di runner per le vie della città tra maratona e non solo Il capoluogo negli ultimi mesi è stato al centro delle cronache per il limite dei 30 km orari Ma è il segreto di lunga vita
Ci sono certi momenti in cui mi viene una voglia pazza di correre. Non so perché, ma succede. Soprattutto quando sto vivendo qualcosa di particolarmente bello o intorno a me c’è gente felice. I sintomi sono i seguenti: mi inizia a venire caldo poi subito dopo ho come l’impressione che le gambe si muovano da sole, mi immagino la colonna sonora perfetta e improvvisamente nella mia testa divento invincibile! In quei momenti potrei correre dietro a qualsiasi cosa… Non ci ho mai provato ma per qualche strano motivo, correre è diventata l’azione a cui associo un senso di libertà tutto mio.
Domenica scorsa tutta Bologna si è riempita per un giorno intero di gente che non ha fatto altro che correre. Più di 8.000 runner provenienti da tutto il mondo si sono dati appuntamento in occasione della Bologna Marathon per correre la 42 km, la 30 km dei portici, i 21 km della Run Tune Up e i 5 km della City Run.
CORSA E MUSICA. Mentre gli 8.000 correvano, erano accompagnati da altre migliaia di persone, disseminate per le strade, nonnine affacciate ai balconi e centinaia di musicisti che suonavano i loro strumenti nei punti più strategici del percorso.
Quella di quest’anno però non è stata una corsa come tutte le altre. Nell’ultimo anno Bologna si è trasformata e con lei anche il modo di vivere la città, di girarla, attraversarla. È stata la maratona della Torre che rischia di crollare, di un Bologna quarto da solo in Serie A che sta facendo sognare. È stata la maratona dei 30 km orari, che forse alcuni podisti i 30 li hanno pure superati, sfrecciando km dopo km a fianco dei portici che definiscono il centro e ti proteggono anche quando, come domenica, il cielo era un po’ grigio.
Bologna nell’ultimo periodo è stata anche la città più criticata d’Italia e la colpa a quanto pare è tutta in quel numero: 30… A qualcuno non sta tanto simpatico.
A detta del sindaco di Bologna Matteo Lepore però, grazie ai 30 km orari, nell’ultimo periodo è diminuita del 19% la gravità degli incidenti ed è stato rilevato un +29% dell’uso della bicicletta per andare al lavoro nelle strade che il Comune sta monitorando. Te ne accorgi subito, basta vedere le rastrelliere per le bici fuori dalle scuola, sono piene, piene come noi mai.
Vuol dire che in effetti alla gente girare in bici o camminare per la città fa stare bene e devo essere onesta: io, che sono nata a Milano e non mi sono mai spostata in tutta la mia vita da lì, un po’ li invidio, perché pur non avendo mai corso nessuna maratona, quando giro per la mia città, è come se lo facessi ogni giorno. Noi milanesi siamo ossessionati dalla produttività e il nostro nemico numero uno è il tempo, che non è mai abbastanza. Facciamo di tutto pur di guadagnare anche una manciata di secondi in più. Avete mai visto un milanese nel suo habitat naturale? Probabilmente
avrete notato che cammina molto velocemente, quasi come se stesse marciando, perché deve fare in fretta.
CORSA A OSTACOLI. Dove sta andando? Perché va così veloce? Beh, vi direi di chiederlo a lui, ma vi ha già superati da un pezzo. Per noi milanesi, camminare nella nostra città è come fare una corsa a ostacoli, solo che se gli ostacoli non si spostano, li spostiamo noi. Anche a costo di dare qualche spallata. È tutto lecito, l’importante è arrivare al traguardo, che sia l’ufficio o la scuola.
Le sorti di questa maratona possono cambiare da un momento all’altro. Un attimo sei tu il corridore che spinge via la gente, e il momento dopo sei quello che viene spinto, perché eri d’intralcio. A volte ci penso… Mi sono un po’ rotta di tutta questa fretta.
Anche i maratoneti vanno veloci, loro sì che sfidano il tempo ma lo fanno in modo diverso, come se camminare, andare in bici, ti aiutasse a rispettare di più anche la città. Forse dovremmo tutti quanti prenderci il tempo per preparare una maratona, andare più lenti o al limite andare veloci ma correndo. Sono sicura che cambierebbe anche il modo che abbiamo di vedere la città dove abbiamo sempre vissuto…
È aumentato l’uso delle bici e sono diminuiti gli incidenti gravi