Corriere dello Sport

Lasciami cantare Veleno e Marisa

- Mimmo Carratelli

Caro Italo, tu tenevi certamente per Giampiero, grande amicizia, lo so, quando divenne dirigente della Juve, io ero per Benito Lorenzi, cazzimma velenosa, venuto a mancare il 3 marzo 2007. Ricordo i due campioni con i miei versi azzardati.

“Un angelo biondo e un demonio nero / giocavano / un calcio masnadiero. / Giampiero Boniperti, / novarese di Barengo. / Benito Lorenzi, / toscano di Buggiano. / Impettito correva l'angelo della Juve, / onde bionde i capelli, / occhi chiari, / la falcata elegante. / Vessillo bianconero / l'aggraziato

Giampiero, / centravant­i col destro perentorio, / poi mezzala, / per quattordic­i stagioni / fra rudi compagni / e veri campioni. / L'immagine bella della Signora. / Juventino orgoglioso, / silenzioso, paziente, / fedele, prudente. / La nobiltà severa della casata bianconera. / L'altro, Lorenzi, / il demonio dell'Inter, / un rovello, / il gioco a grimaldell­o, / un tumulto / di cuore e di caviglie, / un groviglio di passi, il dribbling assassino, / il tiro malandrino. / Veleno il nome d‘arte / e di malizia. / S'attorcigli­ava velenoso con la palla. / Di sicuro / la lingua aveva in punta / stille di cianuro. / Al biondino della Juve / appioppò il nome di Marisa / per la giocata leziosa”. Quando per il Guerino mi mandasti a Saint Etienne per intervista­re Platini, appena ingaggiato dalla Juventus, e il francese non voleva indossare la maglia bianconera per la copertina,

chiamasti Boniperti e lui chiamò Platini che finalmente indossò la maglia. Ai tempi del Vomero, in un Napoli-Juve, chiesi a Boniperti di parlarmi di Valentino Mazzola, il mio idolo con l'amatissimo Grande Torino. Quel suo racconto, a me che juventino non sono, ha reso Boniperti uno dei pochi bianconeri nel mio cuore (con Alessandro Del Piero).

Cantami o Mimmo… Non dico nulla di Boniperti, gli ho dedicato un grande bellissimo libro. Non ho conosciuto Lorenzi ma un giorno, quando dirigevo il Guerino, mi fece una strana telefonata: «Lei non mi conosce, mi chiamo Benito Lorenzi, sono talmente incazzato con l’Inter che ho deciso di chiamare lei. Sono sicuro che mi darà ascolto». Approfitta­i dell’occasione, parlammo a lungo. Mi divertii. Alla fine non ricordava perché era incazzato.

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