Rabiot l’urgenza La rosa è in bilico per un terzo
Adrien, come Rugani, ha l’accordo in scadenza. Nove calciatori su 27 da confermare o salutare nel 2025
La prima ondata di rinnovi in autunno e gli altri nodi da scogliere in primavera, quando budget e prospettive saranno più chiari. Poi dicono che non esistono più le mezze stagioni. Per la Juve che vuole fiondarsi su uno (o due) tra Koopmeiners, Samardzic e Sudakov per rinforzare prima di tutto il centrocampo, la questione dei contratti è decisiva. Un terzo del parco calciatori, infatti, ha un accordo fino al 2025 e la storia del mercato insegna quanto sia rischioso (e poco conveniente) arrivare all’estate che anticipa la scadenza senza aver deciso il da farsi.
BILICO. In bilico c’è un bel pezzo di Juve: il parco portieri (Szczesny, Perin e Pinsoglio), capitan Danilo, De Sciglio, il redivivo McKennie, la stellina Iling Junior, Federico Chiesa e pure Moise Kean, che tornerà a disposizione con l’Atalanta e d’ora in avanti dovrà garantire diversi gol (ora è a secco) per non tornare ai margini come a gennaio, quando sembrava destinato all’Atletico. Il destino di Chiesa, in particolare, è un argomento che scotta. Il numero 7 sta cercando di mettere alle spalle un calvario fisico che in questa stagione ne ha limitato il potenziale; se giocasse un Europeo da fuoriclasse come quello del 2021, la Signora si
troverebbe nella scomoda posizione di dover contrattare un rinnovo in poco tempo e con le big del continente pronte a scatenarsi.
SCELTE.
In estate il club saluterà dopo 9 anni Alex Sandro, che domenica a Napoli è diventato il calciatore più impiegato da Allegri in carriera con 247 presenze, raggiungendo Bonucci. Per il brasiliano non sembra esserci aria di rinnovo. Discorso leggermente diverso per Rugani, altro veterano con il rapporto di lavoro che termina il 30 giugno. Il dt Giuntoli ha manifestato all’entourage del ragazzo la volontà di proseguire, ma fin qui non sono stati compiuti passi concreti in quest’ottica nonostante la disponibilità del difensore a ridursi l’ingaggio pur di restare. Dolorosissima, visto il rendimento da campione e in costante crescita anno dopo anno, sarebbe la partenza di Rabiot. Nel 2023 il francese ha legato la propria permanenza a quella di Allegri, dicendo «resto» per una sola stagione in attesa di capire le ambizioni bianconere. «Voglio vincere altri scudetti a Torino» ha aggiunto di recente, aprendo scenari che sanno di matrimonio a lungo termine. Anche per lui, come per il tecnico, aprile sarà foriero di decisioni programmatiche.
STRATEGIA.
In autunno, dicevamo, la Juventus ha invece puntellato altre situazioni instabili: Bremer (uno di quelli che potrebbe partire a fronte di un’offerta irrinunciabile) ha detto sì fino al 2027, Gatti, Locatelli e Fagioli hanno prolungato fino al 2028. La strategia preferita per la riduzione dei costi prevede l’allungamento di alcuni contratti così da spalmare stipendi elevati e pattuiti in momenti di opulenza: è il caso di Vlahovic, altro tema da affrontare per Giuntoli e Manna, che sulla base di un accordo stipulato al momento del trasferimento da Firenze arriverà a percepire 12 milioni l’anno, troppi per un club che ha messo come priorità strutturale l’abbattimento del monte ingaggi.