Corriere dello Sport

DDR: SIAMO LA ROMA BATTIAMOLI

«De Zerbi è un grande, io però ho giocatori più forti. Inaccettab­ili cinque anni senza la Champions»

- di Roberto Maida ROMA

Non sempre conta quello che dici, semmai pesa COME lo dici. L’accento, l’enfasi della rappresent­azione della Roma disegnata da Daniele De Rossi è uno dei motivi che ne spiega il legame indissolub­ile con la squadra, con la città, con la gente. «Abbiamo rispetto per il Brighton e per De Zerbi, che è un allenatore brillante. Ma noi siamo la Roma eh, non dobbiamo dimenticar­lo». Non c’è spocchia nel suo eloquio, tra l’altro fluente anche in inglese. Semmai c’è un tentativo di respingere la tentazione della mediocrità che troppo spesso ha avvampato i giocatori della Roma di ogni epoca. È un ottavo di finale di Europa League, l’Olimpico è pieno, l’avversario è nono in classifica in Premier League e sta attraversa­ndo un periodo difficile. Quindi un po’ di sano ottimismo può essere propedeuti­co alla partita che serve. Del resto il Brighton «allenato dal mio amico Roberto» non ha mai vissuto serate internazio­nale di questo livello.

È un vantaggio di cui De Rossi intende garbatamen­te approfitta­re: «Loro potrebbero avvertire un contraccol­po ed emozionars­i, per un gap di esperienza, ma poi comunque si aggrappere­bbero alle loro conoscenze del calcio, perché sono una squadra organizzat­a che in certi momenti mette sotto anche il City o il Liverpool. Noi dovremo essere bravi a battere il Brighton a prescinder­e, per una questione di qualità, perché i nostri giocatori sono probabilme­nte superiori».

LA STRATEGIA. Indica il campo dietro di sé, come se fremesse per dirigere l’allenament­o che comincia subito dopo la conferenza stampa. Ovviamente De Rossi non svela nulla sulla tattica che ha scelto ma precisa: «Fare catenaccio contro una squadra che sa trattare il pallone non sa

«Questa squadra vale il quarto posto Gli elogi? Spero ci siano a maggio»

una buona idea, perché rischierem­mo di non prenderlo mai. Io sono convinto che anche noi abbiamo le qualità per mettere in difficoltà il Brighton. Spero di avere il controllo il più possibile ma non vi dico se giocherò con la difesa a tre o a quattro».

GLI OBIETTIVI. In campionato intanto è salito al quinto posto migliorand­o i dati del maestro Spalletti, relativi all’ingresso a gennaio 2016. Eliminare il Brighton può servire anche per il ranking Uefa dell’Italia, che potrebbe avere una squadra in più nella prossima Champions League: «Noi giochiamo per andare avanti in Europa. Al ranking pensiamo semmai quando giocano le altre italiane: potrebbe essere un regalo di fine stagione, come quando scarti un pacco di

Natale. Ma non è così semplice il ragionamen­to, devi prima arrivare quinto». O quarto: «Quello dev’essere l’obiettivo di una rosa forte come la nostra, a prescinder­e da chi l’alleni. Per me è inaccettab­ile che la Roma sia fuori dalla Champions da quando giocavo io. A me sembrano passati vent’anni...». In realtà sono 5: l’ultimo gol, su rigore a Oporto, porta proprio la firma di De Rossi: «Non va bene per la solidità di questa proprietà e per gli investimen­ti fatti. Siamo forti». Ma non bisogna esagerare con gli elogi: «Io sapevo di essere pronto ad allenare la Roma. Però poi ci sono i risultati, che alla Spal non sono venuti. Vorrei che anche a maggio parlaste di me come ne parlate ora, io devo essere valutato a fine stagione».

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BARTOLETTI, LAPRESSE Daniele De Rossi, 40 anni, è subentrato a Mourinho sulla panchina della Roma il 16 gennaio e ha guidato la squadra nel vittorioso playoff contro il Feyenoord
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