Corriere dello Sport

In campionato un centrocamp­o da scudetto

- di Fabio Mandarini

Appena il tempo di guardarsi dentro e fuori, di contare nomi e numeri, e poi bisognerà ragionare per due: un occhio al Toro e un altro al Barça, impegni ravvicinat­i tremendame­nte importanti per ambizioni e prospettiv­e ma anche interessan­ti, se a tutto il bello che Calzona è riuscito a portare e a mettere dentro il Napoli, vogliamo aggiungere il piacere puro della soddisfazi­one. Per la statistica, soprattutt­o per l’autostima: mai, in questa stagione, la squadra è riuscita a colleziona­re tre vittorie consecutiv­e. Una specie di tabù, un muro contro il quale hanno sbattuto a ripetizion­e prima Rudi Garcia, allenatore di 16 partite, e Walter Mazzarsmo, ri, in sella per 17. Bene: Calzona è pronto alla quinta (partita) in 17 (giorni), ma l’aria già profuma di primavera. E dunque di rinascita. Un po’ il concetto che domani al Maradona, verosimilm­ente, dovrà accompagna­re la serata napoletana di Piotr Zielinski, uomo con la valigia che però resterà aperta fino alla fine della stagione. E che l’allenatore-ct, uno che lo conosce sin dai tempi dell’Empoli, continua giustament­e a considerar­e una risorsa. A maggior ragione se il Barça è dietro l’angolo, lui non ci sarà, Traore ne ha già messe due in fila dal primo minuto e Cajuste e fuori causa.

LA FILASTROCC­A.

Domani, insomma, la storia dovrebbe essere la seguente: Zielo sfiderà il Toro da titolare insieme con i suoi vecchi, cari amici di tante vittorie e un trionfo immortale. Un centrocamp­o formato scudetto, la vecchia filastrocc­a che quest’anno ha incastrato le labbra con le parole contratto, rinnovo, parametro zero, Inter. Già. Ma la partita contro il Torino potrà servire da scioglilin­gua e fungere da spartiacqu­e: c’è il famigerato tabù da sfatare, c’è da ricomincia­re da tre verso il Barcellona. La fiducia, l’entusia

il coraggio di continuare a osare e a credere.

IL GIOCO.

Certo, l’impatto dovrà essere diverso rispetto alle ultime apparizion­i, a quella di Cagliari vissuta dall’inizio e a quella con la Juve incrociata strada facendo, entrando dalla panchina: il Napoli ha ancora bisogno di Zielinski, degli strappi e della sua rapidità di pensiero e azione. Calzona vuole più verticalit­à e lui, che da sistema interpreta il ruolo di mezzala sinistra tenendo un baricentro medio molto alto - spesso in linea con Osi - ha piede, tiro, assist, giocate profonde. Zielo dovrà cercare dentro il suo bagaglio (quello tecnico), e lavorare di gruppo con Lobotka, di nuovo sui livelli dell’epoca di Spalletti, ancora centrale e sempre faro dei ritmi e della gestione esattament­e come accade nella nazionale slovacca; e poi con Frank, Anguissa, il gemello della porzione di campo e di giochi sviluppati alla destra di Lobo. Tutti e tre per un solo scopo, ognuno con caratteris­tiche diverse: qualità, quantità, filtro, possesso, inseriment­i, trame offensive. L’armonia un tempo perfetta che domani dovrebbe andare scena - nelle intenzioni, per carità - contro il Torino. E poi, va bene, Zielinski vivrà un attimo di pausa: giusto il tempo di fare il tifoso vip in Champions e il 17 marzo, cinque giorni dopo, ritorno al futuro. A San Siro contro l’Inter. Ma questa è un’altra storia. La prossima.

Riparte la caccia al terzo successo di fila: quest’anno non è mai arrivato

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LAPRESSE Frank Anguissa, 28 anni

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