Corriere dello Sport

La rivoluzion­e dietro l’angolo Comanda Osi

La società deve intervenir­e in ruoli chiave Già certe le partenze del bomber, di Zielinski e Demme: il mercato dovrà incidere più degli ultimi due

- Di Antonio Giordano NAPOLI

Il tempo è fuggito via e a giugno, a un anno dallo scudetto, rimarrà quel dolce ricordo di un’epoca (già) svanita: il Napoli di Spalletti è un poster ormai stracciato, un’Idea che va evaporando perché nulla è per sempre, ma la fuga dal sogno è cominciata da un bel po’ e tra tre mesi, resterà una traccia che il vento del mercato potrebbe comunque spazzare via. Della notte del 4 maggio 2023, e di quella poi del 4 giugno, con Napoli abbagliata dalla sua stessa allegria, è andato via l’architetto (Giuntoli), l’artista geniale (Spalletti) e poi gli interpreti di ruoli egualmente centrali all’interno della Filosofia: Kim Minjae è a Monaco di Baviera, al Bayern, e avverte i rimpianti che arrivano da Posillipo; Ndombele sta a Istanbul, al Galatasary, e tiene per sé i frammenti di quel successo che l’ha riguardato; Lozano è al Psv, felice del suo quadrienni­o partenopeo; Gaetano e Zerbin sono in prestito - uno al Cagliari e l’altro al Monza - e sperano di rientrare per gustarsi gli effetti di una città che appartiene ad entrambi; ed Elmas, da dicembre, è al Lipsia, partecipe di quel trionfo nel quale ci ha messo così tanto di suo.

PI8. Ma le storie si aggiornano, è la vita che va così, e altre cose stanno per accadere: Piotr Zielinski sta vivendo i suoi 115 giorni (a partire da oggi) che contrattua­lmente lo legano al Napoli in una condizione inaspettat­a, insospetta­bile e anche indesidera­ta. Sarebbe rimasto ben oltre gli otto anni e però il divorzio rientra nelle dinamiche del calcio moderno, non ha responsabi­li e né colpevoli. L’Inter lo aspetta, è scritto sulle pietre, e con lui non se va una stagione ma uno stile calcistico. È ai saluti, altrettant­o chiaro, Diego Demme, tagliato da ogni zona di campo, lasciato inelegante­mente ai margini per prepararsi al distacco a parametro zero.

OSI, BEH! Ma quando si aprirà il balletto del mercato, dei nove mesi travolgent­i e di quell’onda anomala di football affascinan­te, si riuscirà ad intraveder­e poco altro ancora: Victor Osimhen, lo sanno pure in Antartide, diventerà il soggetto del desiderio del Psg, dell’Arsenal, di chiunque abbia mezzi economici al di fuori della normalità e dunque di mezzo mondo, Arabia Saudita inclusa o anche no perché questi sono dettagli. Ma per stilare un Progetto che sia aderente alla nuova realtà, bisognerà poi attendere il campo, i suoi suggerimen­ti, le necessità che andranno assecondat­e: con la Champions ci sono molte cose che si potrebbero fare, senza molte che saranno quasi irraggiung­ibili.

PROVA DEI NOVE. Ci sono tre centravant­i, ora e da due stagioni, ma in quest’estate così rovente, altre valutazion­i andranno fatte, perché c’è il rischio che non sia possibile più sbizzarrir­si con un organico così ridondante, soprattutt­o in assenza del salvadanai­o della Champions League: Raspadori ha ventiquatt­ro anni, è costato 35 milioni di euro, ha un futuro davanti a sé e le stimmate dell’attaccante moderno che può stare nel tridente o in qualsiasi forma, metodo e sistema. Ma il Cholito, che a luglio ne compirà 29 ed ha estimatori ovunque - in Italia e soprattutt­o all’estero - potrebbe invocare un palcosceni­co che gli consenta di trovare spazi maggiori.

L’attaccante vale i 130 milioni di euro della sua clausola Piotr all’Inter a zero

IL PRIMO FLOP. E c’è pure il Napoli post-scudetto da radiografa­re, il figlio di un mercato completame­nte imperfetto come sta dimostrand­o questa annata piena di contraddiz­ioni e che sta più in panchina che altro - Mazzocchi, Lindstrom, Dendoncker, Traore, Natan, Cajuste - il confine tra il lusso e la rivoluzion­e, tra l’Idea giusta e quella clamorosam­ente sbagliata. Sarà un altro Napoli.

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MOSCA Piotr Zielinski, 29 anni

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