Thuram freme contro Motta test da Cholo
È rientrato con il Genoa dopo l’infortunio Sabato a Bologna sarà titolare poi dovrà mettere in difficoltà l’Atletico come all’andata
Aveva fatto spaventare tutti, quando ha chiesto il cambio alla fine del primo tempo contro l’Atletico Madrid. Gli accertamenti, però, avevano evidenziato soltanto un’elongazione dell’adduttore della coscia destra. Era il 21 febbraio, il giorno dopo il match di andata con i Colchoneros, e da lì in poi Thuram è stato messo nell’ovatta… Vero che l'infortunio era lieve, ma in vista del ritorno con gli spagnoli era fondamentale non correre alcun rischio. Quindi, Tikus out con il Lecce e out con l’Atalanta, per poi tornare a disposizione contro il Genoa. E, contro i rossoblù, è anche tornato in campo, per poco meno di mezz’ora. Dando segnali e sensazioni decisamente positive. Thuram, infatti, ha giocato sciolto, senza timori: a dimostrazione di essere completamente guarito.
Ha corso, ha scattato, inventandosi pure un paio delle sue giocate, come il dribbling di tacco con fuga sul fondo e appoggio per Barella, che ha calciato alto. Insomma, il numero 9 nerazzurro ha fatto vedere di essere pronto. A questo punto, c’è da credere che partirà titolare con il Bologna, in modo da rifinire la condizione. Magari, evitando di arrivare fino al 90’. Poi, si tratterà solo di aspettare mercoledì prossimo.
ANTI-CHOLO. Il pieno recupero di Thuram è la migliore delle notizie per Inzaghi. Il francese, infatti, ha tutto per essere determinante per la partita che attende l’Inter nella capitale spagnola. Dovendo rimontare il gol di Arnautovic, l’Atletico alzerà subito la pressione, caricandosi con l’ambiente certamente caldissimo del Civitas Metropolitano. I nerazzurri dovranno essere abili a resistere, senza perdere quell’identità di squadra che hanno sempre dimostrato nel corso di questa stagione. Difendersi e basta, però, non sarà sufficiente. Occorrerà anche fare male, spaventare gli avversari, costringerli a commettere errori. E, visto che i Colchoneros alzeranno il loro baricentro, alle spalle si apriranno spazi. Esattamente quelli in cui Thuram è capace di fare il vuoto.
Lo si era capito anche all’andata sebbene a San Siro gli uomini di Simeone non si fossero sbilanciati più di tanto, anzi. L’imprevedibilità, la rapidità, le sgommate di Tikus li avevano già messi in difficoltà, almeno fino all'intervallo. Ebbene, a Madrid la situazione, per il numero 9, potrebbe essere ancora più vantaggiosa. Soprattutto se, come accaduto anche contro Atalanta e Genoa, Lautaro si abbasserà per ricevere il pallone, per poi darlo in profondità. Il primo gol con i bergamaschi e il rigore con i rossoblù sono nati proprio da questo tipo di movimento. Con Thuram non potrà che essere ancora più efficace.
Lautaro ritroverà il partner ideale: Marcus regala gol e anche tanti assist
PARTNER IDEALE. Ad ogni modo, l’attenzione e la cautela con cui è stato seguito il recupero di Tikus sono l’ennesima dimostrazione di quanto sia diventato importante nell’impianto di gioco nerazzurro. Era difficile prevederlo quando è sbarcato alla Pinetina. Quando si è cominciato a fare sul serio, il francese è esploso. E diventa naturale credere che dietro la straordinaria stagione di Lautaro ci sia proprio l’intesa con il numero 9. Vero è che il Toro ha segnato al fianco di tutti, ma con Thuram di più. Perché alla fine è lui, forse, il miglior partner che poteva trovare. Il beneficio, però, è stato reciproco. Non si possono dimenticare, infatti, i 12 stagionali, conditi da 7 assist e 4 rigore procurati, di Thuram. Il totale fa 23…
anni. L’anno scorso poteva vincere in finale di Champions, ha vinto altri trofei e ora abbiamo intenzione di continuare a farlo. Adesso è facile aprire gli occhi perché sta andando tutto molto bene, ma è un percorso che dura da anni». Tra gol e assist nel corso dell’attuale stagione è andato perfino oltre le aspettative, accompagnando questo boom nel calcio italiano con uno spirito positivo, dentro e fuori dal campo, contagioso per l’intero spogliatoio. «La cosa più importante per giocare bene a calcio è amarlo - ha spiegato il transalpino classe 1997 -. Quando ami giocare, ami anche tutta la fatica. In questa Inter non c’è nessuno che non ami il calcio, siamo un gruppo di venticinque persone, oltre allo staff, che è felice di passare il tempo insieme e di lavorare uno per l’altro. Un gruppo non è un giocatore più un giocatore, è una squadra». Infine l’incoronazione per un compagno, da vero intenditore in materia: «Nello spogliatoio, per come si veste, il più stiloso è Darmian».