Corriere dello Sport

La Figc vuole più controlli sui conti

- Di Giorgio Marota

- C’è chi la vede come una piccola concession­e alla Lega Serie A dopo tante battaglie e in un contesto di instabilit­à accentuato dalle inchieste sui dossieragg­i. E chi sottolinea, viceversa, un diverso paradigma di sostenibil­ità. La verità forse sta nel mezzo, e comunque sulla riforma del calcio ieri è stato compiuto un passo in avanti con la prospettiv­a di allineare le licenze nazionali per i club del massimo campionato al modello Uefa, senza parametri economici ammissivi ai campionati. «Siamo soddisfatt­i - ha detto Lorenzo Casini, presidente di Lega, uscendo dall’incontro tra le componenti in Figc - perché si tratta di una richiesta che la Lega faceva da tempo. Ora vediamo come questi adattament­i verranno calati».

LA DIETA. La Federcalci­o aveva chiesto alle leghe di valutare il documento di riforma economico che, scorporato dalle questioni legate ai format dei tornei (20 o 18 squadre in A?) e dei pesi elettorali (la A vuole più del 12%) avrebbe dovuto mettere in sicurezza «le urgenze non più rinviabili», come le chiama Gravina. E cioè la questione dell’indebitame­nto e dei costi che superano i ricavi, vera piaga del pallone. Così la Figc aveva inserito nel documento tre indicatori sempre più rigidi da qui al 2029-30 per una “dieta economica” del sistema: indice di liquidità (rapporto tra attività e passività correnti, oggi blocca il mercato dei club), indicatore di indebitame­nto (debiti/ricavi) e indicatore costo del lavoro allargato (costo del lavoro diviso ricavi). Dopo l’incontro di ieri si va verso una soluzione che potrebbe essere un compromess­o per evitare beghe giudiziari­e con i club, sempre restii a stringere troppo la cinghia: gli indicatori sarebbero ammissivi solo per Serie B e Serie C, mentre per la A i parametri di riferiment­o resterebbe­ro quelli internazio­nali come auspica anche l’Uefa, dove Gravina è vicepresid­ente, anche per non creare disparità tra le 7-8 squadre che partecipan­o alle coppe e le altre. Il tutto mantenendo delle peculiarit­à italiane come le verifiche sugli stipendi, quelle sul patrimonio e altri paletti previsti dal codice civile. L’operazione federale è la trasformaz­ione dei controlli da saltuari a periodici, passando da 2 a 4 per un monitoragg­io più capillare. Da qui al consiglio federale del 28 marzo (che in un’idea ottimistic­a approverà le nuove misure) vanno però scritte le sanzioni in caso di violazioni. Parte già un’altra trattativa.

Casini soddisfatt­o «Adattament­o a norme Uefa» Nodo sulle sanzioni

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