MA COME SI PERMETTE QUESTO TRIST’ALLEGRI DI ESSERE SUL PODIO CON LE SUPERMILANESI?
Dicono che la Juve di Max ha giocatori scarsi, regala punti a tutti e gioca malissimo. E intanto è perseguitata dai dossier, ma resta ai vertici con Inter e Milan
Caro Cucci, è quasi da Guinness, ammirevole, se non fosse devastante. Parlo della cocciuta testardaggine dell’allenatore. Nelle ultime 8 giornate la Juve ha raccolto 7 punti, ma non mi dilungo su ciò. Si può vincere come perdere, piuttosto è sul modo lento, balordo e prevedibile con il quale la squadra affronta le partite. Lo 0-0 con il Genoa è l’ennesima prova che (1) Locatelli non è un regista (2) Kostic non riesce mai a crossare (3) Miretti è acerbo oltre a essere sempre a terra appena viene toccato (4) Yildiz se non gioca con continuità si spegne (5) Vlahovic è sempre spalle alla porta e così non serve alla causa (6) Chiesa gioca solo per sè. Questa una disamina dei singoli ma il gioco? Inesistente. Si spera in un’incornata da palla ferma, in una fiammata improvvisa, oppure nel caso che diventa destino con uno sbaglio altrui. Fischi alla fine del primo tempo e fischi alla fine; tutti per l’allenatore che si dice “concentrato sugli obiettivi”, “ho ancora un anno di contratto” e ancora “è il momentodiriprendereilcammino…”. Peccato che non si renda conto per primo che la squadra non c’è proprio, non ha idee, non verticalizza e di questo passo farà una fatica improba con avversari più quotati dei rosso-blu di Gilardino. Al biellese e ai suoi vacomunqueilgiustoplausoperil punto preso all’Allianz e per come se lo siano meritato.
Paolo Ceratto, gmail.com
Jannacci docet
Egregio prof Italo, ci son persone che pensano, che vedono, che sono 50 anni avanti. Come Enzo Jannacci. Che già vedeva in “Ho visto un Re”, una possibile dedica ad Allegri Massimiliano: «E sempre allegri bisogna stare / che il nostro piangere fa male al re / Fa malealriccoealcardinale/Diventan tristi se noi piangiam / E sempre Allegri bisogna stare…». Da antijuventino mi auguro che Allegri Massimiliano rimanga per 20 annialmenoallaJuventus.Perché gliavversarideibianconeririmangano sempre Allegri. Perché sempre Allegri bisogna stare...
Alviero Bartocci, Torino
Attento, Simone
Carissimo Italo, tempo fa mi definì simpaticamente “la suocera del calcio Italiano”, guardi che le suocere il più delle volte hanno ragione! Avrei da fare un’altra osservazione da suocera: abbiamo la Juve che non ha mai brillato, e addirittura nelle ultime partite ha avuto un ruolino di marcia da retrocessione, una sola vittoria in otto partite, oltretutto sofferta, in casa contro il Frosinone! Sento dire che Massimiliano Allegri con gli uomini che ha a disposizione, sta facendo anche troppo, questo detto poi dagli stessi che mesi fa dissero che la Juve aveva un buon organico - 80 milioni spesi nel solo Vlahovic - ed era la favorita per vincere lo scudetto, perché non avendo le Coppe, poteva preparare e gestire meglio le partite di campionato, al contrario dell’Inter… Quello che a me dà fastidio è il fatto che se l’avesse avuto l’Inter di Simone Inzaghi, quel ruolino di marcia da retrocessione, questa Santa Pasqua lo avremmo visto messo in croce.
Riccardo Ducci, Rimini,
gmail.com
Rispetto il parere degli amici lettori. Anche perché con le loro critiche sempre più piccanti mi rallegrano. Nell’Isola coltivo peperoncini e li consumo con voluttà. Sono mitridatizzato. Così godo al notare che l’amico Ceratto elenca un gruppo di giovanotti sfigati ma ritiene che la rovina della Juve sia il tecnico. Con una squadra così a chi va il merito di occupare il secondo/terzo posto alternato alle imprese di Pioli a sua volta sottoposto a una continua doccia scozzese? E avete perso memoria delle critiche feroci rivolte a Simone Inzaghi che anche l’altra sera, nonostante l’inarrestabile corsa verso la Stella, ha scontentato i buon
gustai di San Siro? È tale la sicumera degli anti-Allegri che vien voglia di farsi quattro risate con gli opinionisti ormai degni degli spassosi talk show politici.
In verità gran parte dei contestatori, come Ducci, sparano su Allegri per colpire l’odiamata Signora. Che di ’sti tempi è preoccupata più dei dossier delle istituzioni che delle pagelle dei maestrini dalla penna rossa. C’è una verità palese ma ben celata: il terzo posto di una Juve sciagurata testimonia la pochezza di un campionato che ho definito da Europa Minore. In fondo, amo le imprese del mio Bologna, quanto c’è di meglio oggi. Eppure mi duole vedere Kvaratskhelia distanziato di nove punti da Orsolini. Sa cosa ci dico io? La fame conta più della fama.
LE SOCIETÀ NON CONTANO COME UN TEMPO IN EUROPA Quando con gli italiani Sacchi e Mou vincevano la Champions
Caro Cucci, al tifoso che lamenta l’uscita dalla Cham
pions delle squadre italiane oramai senza italiani, lei risponde: «Ricordo il Milan europeo di Sacchi, il triplete di Mourinho, squadre già ricche di stranieri. Ma tutti campioni». Eh no, caro Cucci, mi sa che la memoria inizia a fallarle! Della seconda squadra di Milano non mi occupo, ma il Milan di Sacchi aveva sì TRE stranieri fortissimi (e nel 1989 solo DUE), ma l’ossatura della squadra era italiana. I vari Baresi, Maldini, Tassotti, Ancelotti, Donadoni, Evani... erano tutti autentiche leggende o quanto meno fra i più forti della storia nei loro ruoli (mi veniva da ridere a sentire gli aggettivi sull’azione di Messi che aveva portato al terzo gol dell’Argentina contro la Croazia agli ultimi Mondiali... azioni del genere Donadoni le faceva tre, quattro volte a partita!). E vogliamo parlare di grandissimi giocatori “operai” come Virdis (decisivo nel 1987-88) o Colombo? No no, gli italiani nel Milan di Sacchi c’erano eccome... e senza quei fuoriclasse, dubito che anche con due (tre) mostri come Gullit, Van Basten e Rijkard, quel Milan sarebbe entrato nella leggenda, com’è (giustamente) accaduto!