E Commisso dirige tutte le operazioni
Il patron resterà in città fino a giugno Il presidente ha cancellato gli impegni in Usa per dedicarsi in prima persona alla società viola
Èandato sul terreno di gioco, prima del via dell’allenamento, per stringersi ancora forte alla squadra. Poi ha osservato da vicino il lavoro di Vincenzo Italiano e dei suoi ragazzi. Non ha voluto perdersi niente Rocco Commisso del primo giorno al Viola Park senza Joe Barone. Un nuovo inizio per la società ma anche per lui che, a 74 anni, si è probabilmente riscoperto solo come mai dall’inizio della sua avventura a Firenze.
TRE MESI.
L’abbiamo visto commuoversi, quasi fino a spezzarsi, nella giornata di mercoledì, mostrando il suo lato più fragile. Ma Rocco Commisso da Marina di Gioisa Ionica è anche e soprattutto un “self-made man”, uno abituato sin da piccolo a rimboccarsi le maniche, con un’etica del lavoro declinata in una massima che ha spesso ripetuto in questi cinque anni, “fast, fast, fast”. Ecco perché, già dalle sue prime ore trascorse in Italia, oltre a dedicarsi al ricordo dell’amico scomparso, ha iniziato a pianificare i primi passi della Fiorentina che verrà.
VICINO AL CLUB. Una società che, data la centralità del dg scomparso, andrà comunque rimodellata in alcune cariche e funzioni. Per questo Commisso ha deciso che in questo momento il suo posto è a Firenze. Il viaggio in Italia non era programmato anche per difficoltà logistiche e di salute che hanno bloccato il patron oltreoceano negli ultimi quattro mesi, ma adesso Commisso è tornato per restare, almeno fino a giugno: non seguirà la delegazione viola che renderà omaggio a Barone a Pozzallo nella giornata di domani e non presenzierà ai funerali in programma a New York. Osserverà da vicino i primi passi di un gruppo che ha bisogno di ritrovarsi attorno ad un’altra figura forte e carismatica. Per almeno tre mesi, con tutte le difficoltà legate all’età, Commisso è deciso a provare a fare anche il “Joe Barone”.
NEL NOME DI JOE. Nel momento massimo di bisogno, Commisso vuole dimostrare di esserci. Un atteggiamento che scongiura anche una cessione societaria chiacchierata in città già prima del malore occorso a Barone. La presenza, l’atteggiamento, gli occhi mostrati dal presidente italo-americano in queste prime quarantotto ore in Italia raccontano tutt’altro però. Raccontano di due progetti immediati (il torneo in suo onore e la villa interna al Viola Park che la società gli intitolerà) volti a consolidare il ricordo del direttore generale.
MOTIVAZIONE EXTRA. E di un patto, fatto già nelle scorse giornate e sigillato ieri alla ripresa degli allenamenti: questa stagione la Fiorentina la finirà con una motivazione extra e la vuole terminare sollevando un trofeo che a Firenze manca da ventitré anni. Per farlo ci sarà bisogno di tutti ma soprattutto di Commisso, che ha cancellato gli impegni negli Stati Uniti e fino a giugno respirerà solo viola. Quello che sarà una volta terminata la stagione non è certo: per l'impostazione di business "familiare" esportata anche nel club, risulta ad ora impossibile trovare una figura fidata al punto tale da sostituire nei compiti Barone. Problemi, quelli societari, che viaggeranno in secondo piano rispetto ai risultati. La presenza di Commisso ieri sul prato del Viola Park è un chiaro segnale: si ricomincia da qui, dal terreno di gioco. Il presidente è sceso in campo.
Sarà organizzato un torneo in onore del dirigente viola appena scomparso