Il piacere di risentirsi Sinner
Ha lavorato su fisico e testa: «L’imbattibilità? Non è un problema Miami tosta per via dell’umidità, ma per me è un onore giocare qui»
Senza Vagnozzi e papà Hanspeter (rientrato in Italia), Jannik torna in campo I dolori al gomito sono spariti e anche il ko contro Alcaraz è metabolizzato Ora c’è il derby tutto azzurro con Vavassori
L’inseguimento alla seconda posizione mondiale, la visita agli azzurri della nazionale e il derby contro Andrea Vavassori. Jannik Sinner è pronto ad affrontare il Miami Open. La striscia di 19 vittorie consecutive, insieme all’invidiabile 16-0 stagionale, è stata spazzata via dalla rimonta di Carlos Alcaraz nella semifinale di Indian Wells. Lo scorso anno in Florida Jannik agguantò la seconda finale in un Masters 1000 della carriera, battendo proprio lo spagnolo in semifinale prima di perdere con Daniil Medvedev, al tempo ancora sua bestia nera. «In California ho solo perso un match, non c’è niente che io possa fare. Non pensavo a mantenere l’imbattibilità durante tutta la stagione, sapevo che prima o poi sarebbe accaduto e sono contento che la sconfitta sia arrivata in semifinale perché vuol dire che sono arrivato in fondo a un altro torneo - ha spiegato Sinner nell’incontro con la stampa -. Io e il mio fisioterapista abbiamo lavorato tanto per tornare al 100%. Dopo l’ultima partita ero un po’ preoccupato, ma adesso sono molto più tranquillo. Quanto è difficile giocare due appuntamenti consecutivi? Dipende intanto da quanto si va avanti a Indian Wells. Non è facile perché devi adattarti a nuove condizioni e allo stesso tempo devi recuperare le energie. Fisicamente è tosta per via dell’umidità. Però una cosa è venire qui e l’altra è avere l’onore e il piacere di esserci, per me vale la seconda e questo cambia il punto di vista di un atleta».
GOMITO. I timori sul gomito sinistro si sono dissolti in fretta, e malgrado il peso delle due intense settimane in California non si sia alleggerito, l’intento rimane quello di eccellere, lasciando da parte i pensieri sulla classifica. Dopo essersi trovato a un set dalla seconda posizione del ranking ATP è utile ricordare che Jannik avrà chance di sorpasso anche a Miami, dove però sarà però obbligato a vincere il torneo sperando che Alcaraz non superi i quarti di finale. L’attesa rivincita sul campo, questione alla quale probabilmente l’azzurro tiene di più, potrebbe materializzarsi solamente in finale, poiché, data l’assenza di Djokovic, Carlos e Jannik occupano, in quest’ordine, le prime due posizioni nel seeding. «Personalmente mi godo la rivalità con Carlos, è un giocatore incredibile, ci rispettiamo e quando ci affrontiamo diamo sempre del nostro meglio - le parole del numero 1 d’Italia, che in partita ha mostrato con i fatti il grande rispetto per l’avversario -. Fuori dal campo non parliamo molto perché ognuno pensa ai propri affari. In campo anche siamo un po’ diversi perché lui fa trasparire emozioni e voglia di combattere, io forse questo lo mostro un po’ meno ma è qualcosa che funziona comunque».
Orfano di Simone Vagnozzi, che non essendosi ristabilito dove un lieve intervento non si è aggregato al team, Sinner a Miami non potrà contare neanche su papà Hanspeter, rientrato in patria. La ricetta di unire il lavoro a qualcosa di extra ma non invadente è però rimasta immutata, come dimostra la visita alla nazionale di Luciano Spalletti, già menzionata come un privilegio anche se non si sono verificati ulteriori incontri: «Non siamo usciti la sera. Loro sono molto concentrati su ciò che devono fare e io sono a Miami perché sono un tennista. Auguro il meglio alla nazionale per i prossimi impegni».
ALLENAMENTO. Tornando alle cronache del campo, nella giornata di ieri Sinner ha svolto con il tedesco Jan-Lennard Struff il terzo allenamento da quando è arrivato a Miami. L’esordio di oggi con Andrea Vavassori desta curiosità, anche se nei derby l’altoatesino è imbattuto a livello di main draw ATP con un bilancio di 11-0. L’ultimo connazionale a sconfiggerlo? Salvatore Caruso nelle qualificazioni dell’edizione 2020 del Masters 1000 di Cincinnati.
«L’intento rimane quello di eccellere lasciando da parte la classifica»