Conceiçao shock: viene denunciato
Fine settimana movimentato per Sergio Conceiçao, che sarebbe venuto alle mani col sindaco di Cartaya, comune di 18 mila abitanti in provincia di Huelva, in Spagna, al termine della finale della Copa Gañafote (torneo internazionale per squadre giovanili) che vedeva in campo Siviglia e Porto. A denunciare l’accaduto è stato proprio il primo cittadino di Cartaya, Manuel Barroso, con una ricostruzione che mette in pessima luce l’attuale allenatore della prima squadra dei dragoni. «Arrivato allo stadio, mi hanno detto che c’erano dei disordini sugli spalti e che due rappresentanti del Porto stavano insultando l’arbitro e stavano tentando di invadere il campo - la premessa di Barroso - Una volta terminata la partita, sono corso in campo per proteggere l’arbitro e, in quel momento, ho visto uno dei due portoghesi rifilare un ceffone al direttore di gara. Ho fatto da scudo all’arbitro e ho espresso tutta la mia indignazione per l’accaduto. In tutta risposta, con atteggiamento strafottente, hanno iniziato a insultarmi, a prendermi per il collo e a minacciarmi di morte. Quando ho scoperto che si trattava dell’allenatore del Porto, l’indignazione è aumentata. È dovuta intervenire la Guardia Civile per sedare la rissa. Lo porterò in tribunale!».
Conceiçao però non ci sta, e infatti ha già controdenunciato Burgos «per calunnia e per tentata aggressione» ai danni di suo figlio Moises, che presenziava al torneo insieme al padre, mentre l’altro fratello José era impegnato in campo. Secondo i legali dell’ex Lazio, Parma e Inter, la ricostruzione del sindaco di Cartaya «non ha alcun fondamento». L’allenatore lusitano assicura di essere entrato in campo, al fischio finale, «per commentare con l’arbitro una giocata che aveva penalizzato il Porto» e che, una volta scoppiato il caos, si sia impegnato «a riportare la tranquillità e ad impedire che Burgos attaccasse Moises». Anche la società ha difeso il suo tecnico: «È un tentativo di diffamazione, le dichiarazioni di Burgos non corrispondono alla verità».
Il tecnico avrebbe assalito il sindaco, l’arbitro e la polizia Ma lui smentisce