Le parole di Meo aprano gli occhi a Pesaro
«Le parole sono importanti!» urlava il pallanotista Nanni Moretti rifilando un ceffone ad una sventurata giornalista nel film “Palombella Rossa”. Le parole diventano ancora più rilevanti se a pronunciarle è un allenatore del calibro di Meo Sacchetti. Al termine della partita giocata e persa da Pesaro contro la Reggiana in maniera allucinante e allucinata, l’ex ct è sbottato: «Abbiamo avuto un atteggiamento vergognoso. Non vorrei pensare che (i miei giocatori, ndr) non vogliano fare fallo per stare in campo per aggiustare il tabellino. Questa è una cosa bruttissima, ma non la voglio pensare». Non la vuole pensare ma la pensa.
In realtà sta accadendo quello che la VL aveva abilmente mascherato nelle stagioni passate, quando era riuscita ad evitare la caduta in A2. Per capirci: il club inizia l’annata con un budget molto povero; di conseguenza ingaggia stranieri il cui valore è pari al loro ingaggio, ovvero scarso; arrivano le non sorprendenti sconfitte e il primo a pagare è come sempre l’allenatore, in questo caso Buscaglia, il quale deve essere sostituito, ed allora si chiama Sacchetti, con un ulteriore esborso; poi, ovviamente, iniziano i tagli e l’arrivo di sostituti apparsi tutto meno che dei fenomeni, depauperando ancora di più le casse del club.
Insomma, ci si aspettava davvero che proprio questi americani giocassero con il cuore in mano “per la maglia” e non invece pensando a mettersi in mostra per un prossimo ingaggio? Ecco dunque che la frase di Sacchetti assume ben altro significato rispetto ad una delusione dopo una sconfitta pesante.
MORALE. La morale di tutto ciò non esiste. Però forse qualcuno dovrebbe iniziare a riflettere: con un budget ridotto all’osso, ha senso riporre ogni speranza di salvezza su cinque o sei stranieri di bassa levatura, buttare via soldi per prenderne altri dello stesso lignaggio e poi ritrovarsi ugualmente ultimi in classifica?
Una volta trovata la risposta, la soluzione al problema potrebbe essere un’altra: fare una scelta coraggiosissima e puntare su un gruppo italiano con solo un paio di americani (decenti), come ai bei tempi. Le probabilità di retrocedere sarebbero sicuramente alte, però almeno si sarà costruito un gruppo “vero”, che potrà crescere insieme e risalire dalla A2. E soprattutto si sarà speso del denaro “cum grano salis”.