Gli addii top: Paul e Zizou
C’era una volta Pogba e la sua cessione record da 105 milioni al Manchester United. Oggi, quando pensa a Paul, la Juve si lecca le ferite per quei 213 minuti in due stagioni (costellate da infortuni e poi dal caso doping) costati al club 73 mila euro per ogni giro di lancette sul campo. Quella di Pogba nel 2016 resta la cessione più onerosa nella storia bianconera, seguita (ma con un’altra valuta) dall’affare Zidane, al Real Madrid per 150 miliardi di lire; nel 2001 l’addio del pallone d’oro ’98 appariva la più fantasmagorica operazione di sempre del calciomercato mondiale, mentre oggi è soltanto la 40ª in una lista guidata da Neymar (222 milioni incassati dal Barça). A chiudere il podio bianconero c’è De Ligt, al Bayern per 67 milioni nell’estate del 2022.
COMAN E ALTRI. Il rimpianto Coman, capace di vincere tutto con lo stesso Bayern, è soltanto al 17º posto tra le cessioni più remunerative della Juve: arrivò a zero dal Psg, andò via un anno dopo in prestito oneroso (7 milioni) più altri 21 per il riscatto; altro che plusvalenza irripetibile, adesso Coman ne vale almeno 70, anche se la lesione del legamento del ginocchio rischia di mettere in dubbio la sua partecipazione all’Europeo con la Francia. Nella top 10 delle partenze che hanno rimpolpato le casse della Signora troviamo Cancelo (al City per 65 milioni), Pjanic (60 milioni dal Barça) nello scambio con Arthur, Vidal (40 milioni dal Bayern), Kulusevski e Morata (rispettivamente al Tottenham e al Real per 30 milioni) e tre calciatori venduti al Milan in epoche differenti: Bonucci (2017), Caldara (2018, operazione incasellata con il ritorno dello stesso Bonucci con plusvalenza di 22 milioni) e Pippo Inzaghi (2001) per un totale di 116 milioni di euro.
Pogba 105 milioni allo United, Zidane 150 miliardi dal Real Che affari col Milan