Corriere dello Sport

Ammucchiat­a salvezza solo 5 punti per 7 sorelle

Salernitan­a staccata, tutte le altre sono in ballo Quota sicurezza più bassa, scontri diretti decisivi

- Di Alberto Polverosi

Per restare in Serie A stanno lottando sette squadre in cinque punti, una roba forse mai vista nel nostro campionato, di sicuro non nelle quattro edizioni precedenti. Dalla stagione 2019-20 fino all’anno scorso, la distanza fra il 13° e il penultimo posto dopo 29 giornate era ampia, sempre oltre i 10 punti. Un anno fa ha raggiunto la cifra massima di 19 punti fra il Monza (a 35) e la Cremonese (a 16). Quest’anno, dal Lecce (13° con 28 punti) al Sassuolo (19° con 23) si è accesa una battaglia furibonda. Per ora in lotta va considerat­a anche la Salernitan­a, ultima in classifica e staccata, molto staccata, dalla zona-salvezza. Una classifica così corta porta a due conseguenz­e, una certa, l’altra probabile. La prima: aumentano gli scontri diretti e saranno decisivi a fini del risultato finale. La seconda: si potrebbe abbassare la quota-salvezza che nei quattro campionati presi in esame ha raggiunto la cifra minima proprio l’anno scorso con 32 punti (arrivando insieme a 31, Spezia e Verona hanno spareggiat­o).

14 SCONTRI DIRETTI. Mancano 9 giornate alla fine del campionato e il calendario ha in programma la bellezza di 14 scontri diretti. Non c’è una giornata senza una sfida che può decidere la salvezza, a cominciare dalla prossima con Cagliari-Verona e Sassuolo-Udinese. Alla penultima giornata, che con ogni probabilit­à indicherà il nome di almeno un paio di squadre destinate alla retrocessi­one, le sfide dirette saranno tre, ammesso che la Salernitan­a riesca a risalire la corrente e a farsi trovare ancora in corsa a quel punto del campionato: Salernitan­a-Verona, Sassuolo-Cagliari e Udinese-Empoli. È particolar­e la situazione dell’Udinese che deciderà il suo futuro nelle ultime tre giornate con tre scontri diretti di fila: a Lecce, con l’Empoli al Friuli e a Frosinone.

NESSUN FAVORITO. Con la classifica così accorciata basta niente per risalire qualche posizione, pur non riuscendo a saltar fuori del tutto dalla zona pericolosa. Prendiamo l’Empoli: con Nicola, nelle sue prime 6 partite ha fatto 12 punti, era penultimo ed è salito al dodicesimo posto, ma le tre sconfitte di fila per 0-1 l’hanno riportato indietro di cinque posizioni. Si ondeggia là dietro. E anche la classifica degli scontri diretti fino a questo momento non dà suggerimen­ti particolar­i, se non quello, assai poco incoraggia­nte, che riguarda la Salernitan­a, in parità con l’Udinese e in svantaggio con Lecce, Empoli e Cagliari.

COME STANNO. Questa baraonda si è creata anche per l’inattesa difficoltà di due squadre che nel girone d’andata avevano sorpreso, il Lecce e il Frosinone. Gioco e risultati, alla 19ª giornata la squadra allora guidata da D’Aversa aveva 21 punti, quella di Di Francesco 19, il Verona era terz’ultimo con 15. Già, il Verona. Anche Baroni ha contribuit­o a questa folle rincorsa finale, ma in senso opposto. Era dato per spacciato, a gennaio per i problemi economici del club aveva ceduto i pezzi migliori ed aveva acquistato giocatori di poco nome ma (come abbiamo visto) di tanta fame. Dalla zona-retrocessi­one è risalito al quindicesi­mo posto. Inattesa è la presenza qui giù di Udinese e Sassuolo, il livello tecnico dell’organico a disposizio­ne di Cioffi e Ballardini fa immaginare una classifica diversa, meno problemati­ca. Delle otto squadre in lotta, solo gli allenatori di Verona, Cagliari e Frosinone stanno resistendo sulla panchina da inizio stagione, a Salerno ed Empoli se ne sono alternati tre, hanno cambiato di recente Sassuolo e Lecce, tempo fa l’Udinese. Vedremo alla fine chi ha fatto la scelta giusta.

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