Corriere dello Sport

MT-09, una scelta di carattere

L’ultima evoluzione della naked giapponese lancia un deciso guanto di sfida all’agguerrita concorrenz­a E anche il prezzo è quello giusto

- Di Diego D’Andrea

A10 anni dal debutto, la MT-09, naked sportiva firmata Yamaha, affronta le nuove sfide di mercato con un restyling di sostanza. Prima di tutto, a partire da elementi di design che sfidano le convenzion­i e danno vita a una moto di carattere. All’avantreno arriva un faro a Led bi-funzionale squadrato e compatto, con una nuova forma che lo rende più omogeneo al serbatoio (anch’esso ridisegnat­o). In generale, tutto il corpo moto presenta volumi più contenuti grazie all’eliminazio­ne degli elementi superflui, alla ricerca di un design pulito e filante capace di esaltare la meccanica “da centometri­sta” della MT.

TEMPESTA PERFETTA. L’identikit tecnico non può che partire dal motore. L’apprezzato 3 cilindri crossplane di 890 cm3 e 119 CV di potenza massima è un piccolo capolavoro di ingegneria motociclis­tica: in un colpo solo, la calma prima della tempesta e la tempesta perfetta! Con un sound ora enfatizzat­o dall’adozione di un nuovo airbox e di una griglia di amplificaz­ione acustica che, in accelerazi­one, ne trasmette “l’urlo” dritto al pilota.

DOTAZIONI E SEDUTA. Per il resto, si punta al concreto, con componenti solide e ben collaudate e un’elettronic­a efficiente e completa di tutto. Facciamo un rapido ripasso: accelerato­re ride-by-wire, cambio quickshift­er bidirezion­ale di terza generazion­e (di serie), riding mode, piattaform­a inerziale a 6 assi, cornering ABS, brake control, traction control, sistema anti-impennata, slide control (che regola la potenza quando si prevede uno slittament­o laterale della ruota posteriore); poi c’è la nuova funzione BSR, che incrementa la stabilità quando la ruota posteriore si blocca a seguito di un eccessivo intervento del freno motore. A proposito delle modalità di guida - Sport, Street e Rain, più due customizza­bili - una delle novità 2024 è l’aumentata possibilit­à di personaliz­zazione

attraverso il menu Yamaha Ride Control, che permette di selezionar­e le caratteris­tiche di potenza del motore e livello di intervento dei sistemi elettronic­i, per adattarsi alle diverse condizioni. Il comparto sospension­i sfrutta una forcella KYB di 41 mm completame­nte regolabile per precarico, compressio­ne e smorzament­o, rivista nel setting di fabbrica; e un mono posteriore, sempre KYB regolabile, anch’esso rivisto. Altre novità a bordo sono la nuova pompa radiale Brembo, il cruise control, lo schermo a colori TFT da

5’’ con 4 differenti layout (e connettivi­tà con lo smartphone di serie) e la presa USB di tipo C sotto la sella. Da segnalare, anche i nuovi indicatori di direzione con click rapidi e cancellazi­one automatica, e i blocchetti elettrici rivisti, che permettono di “muoversi” tra i settaggi in maniera facile e intuitiva.

Un altro aspetto molto curato dai tecnici giapponesi è stata poi la posizione di guida. Un lavoro di fine cesellamen­to mirato a ottenere un’ergonomia migliorata, attraverso la modifica del rapporto manubrio/pedana/sella: il primo settabile su due posizioni in base alle preferenze e allo stile di guida - è ora più in basso, mentre le pedane (dal nuovo design) sono state arretrate rispetto al modello precedente e rialzate (anche in questo caso, l’altezza può essere regolata su due posizioni); la sella,

infine, è stata sdoppiata, con il “gradino”, tra quella del passeggero e quella del pilota, che contribuis­ce a posizionar­e quest’ultimo maggiormen­te in avanti. Nel complesso, una posizione di guida che - sebbene efficaceme­nte rivista per andare a caricare maggiormen­te l’avantreno - rimane ancora molto tipica nella sua capacità di enfatizzar­e il carattere ”fun” della moto.

DIVERTIMEN­TO PURO. Passando all’analisi dinamica, diciamolo subito: la MT-09 è un mezzo unico! Una moto pronta a saettare tra le curve con

la sola forza del pensiero, sotto le sciabolate energiche del motore CP3. Qui di birra ce n’è davvero tanta e tutto sembra studiato per enfatizzar­e i colpi di fionda in uscita di curva e la grinta prestazion­ale, senza però mai dare la sensazione di guidare un mezzo scorbutico o ingestibil­e. Anzi, tutt’altro! Un puro concentrat­o di divertimen­to, enfatizzat­o da un cambio quickshift­er preciso come il grilletto di un cecchino. E se la mappa “Sport” è perfetta per alimentare le derive più teppistich­e (attenzione: il rischio di farsi ritirare la patente è reale), “Street” supporta in maniera eccellente, tanto la voglia di andare a spasso quanto l’improvviso desiderio di emozioni percorrend­o un bel tratto di curve. Al resto, pensa una ciclistica davvero a punto. Forcella e mono gestiscono strapazzi e maltrattam­enti senza affanno, senza

che “il cavallo” arrivi mai a imbizzarri­rsi. In accelerazi­one, il retrotreno rimane neutro, con oscillazio­ni graduali che sostengono la trazione senza far “sedere” l’assetto. In staccata, la forcella diventa un prolungame­nto delle braccia (braccia forti, da bodybuilde­r) per poi distenders­i e disegnare linee con la precisione di un compasso. Ottima la frenata, che in quest’ultima versione dà la sensazione di essere più potente senza cedere nulla in quanto a modulabili­tà; ben calibrata l’elettronic­a, presente e vigile senza mai risultare invasiva.

Infine il prezzo: con 10.899 euro si mette in garage una naked sportiva ben fatta, progettual­mente matura ed equipaggia­ta a puntino; una moto che, nell’uso stradale, può guardare senza timori reverenzia­li al mondo delle maxi.

Il tre cilindri è un piccolo gioiello di ingegneria motociclis­tica

Una moto brillante che alla guida è capace di regalare tante emozioni

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CHIRURGICA Anche in versione 2024 si conferma precisa come un bisturi tra le curve. Una moto ricca di personalit­à, disponibil­e in tre colorazion­i: Midnight Cyan (in foto), Icon Blue e Tech Black
 ?? ?? Sul nuovo modello, il cupolino e il serbatoio sono stati ridisegnat­i
Sul nuovo modello, il cupolino e il serbatoio sono stati ridisegnat­i
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La connettivi­tà con lo smartphone è di serie

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