ROMA, L’EUROPA È CASA TUA
La vittoria di San Siro ha confermato la vocazione internazionale del club Se eliminerà il Milan, De Rossi porterà la squadra in una semifinale europea per la quarta stagione di fila I giallorossi salgono al numero 7 del ranking Uefa: mai così in alto E l
Da Fonseca a De Rossi, passando per l’apogeo di Mourinho, l’attitudine non cambia, anzi si rinforza. E’ una vocazione naturale, è una deformazione professionale. La Roma in Europa è uno spettacolo continuo e variegato. Una girandola di emozioni. Se saprà eliminare il Milan, difendendo il gol di Mancini segnato a San Siro, entrerà in una semifinale di coppa per la quarta stagione consecutiva. Ma intanto, può celebrare un grande risultato virtuale che le concede visibilità e dignità: è salita al settimo posto nel ranking Uefa per club, superando il Chelsea e agganciando il Lipsia. Mai nella storia aveva guardato il calcio da quell’altezza, sentendo di assurgere a un rango di nobiltà che spezza antiche percezioni autodistruttive. Non solo. Nella prossima stagione, stando ai risultati attuali, la Roma ripartirebbe ancora più su nel ranking Uefa, cioè al quinto posto, perché cancellerà l’edizione meno esaltante del periodo, la 2019/20.
GLORIA E DENARO. La classifica tiene conto dei risultati ottenuti nell’ultimo quinquennio internazionale. Se valesse anche la stagione 2017/18, il punteggio sarebbe anche migliore perché la Roma all’epoca raggiunse la semifinale di Champions dopo l’impresa con il Barcellona. Ma già così fanno impressione i 97 punti che la collocano dietro alle sole Manchester City, Bayern, Real Madrid, Psg, Liverpool e Inter. Per questo ora i tifosi romanisti rumoreggiano attraverso i social media: come è possibile che una squadra così performante in Europa non partecipi al Mondiale per club del 2025? Ma al di là del dress code che li respinge da un party ricchissimo, i Friedkin possono comunque essere soddisfatti del loro coefficiente di eleganza: da quando hanno acquistato la Roma, sono sempre stati protagonisti nelle competizioni alle quali hanno partecipato, migliorando l’appetibilità anche in termini di sponsorizzazioni e merchandising.
PROSPETTIVE.
Nessuna squadra italiana, a parte la Roma, ha raggiunto sempre almeno gli ottavi di una competizione europea negli ultimi dieci anni. Se questo è accaduto, naturalmente, dipende anche da un elemento negativo: dal 2019/20 in poi, la squadra non ha giocato neppure una partita di Champions League, il torneo più competitivo e remunerativo. Spera di riportarcela Daniele De Rossi, anche grazie al bonus del quinto posto in Serie A che varrà la qualificazione: curiosamente è stato lui l’ultimo giocatore a segnare un gol della Roma in Champions, a Oporto su calcio di rigore. Se rientrasse nel salotto da allenatore, chiuderebbe una specie di cerchio magico. Ma tornando ai riscontri della proprietà, an
I risultati hanno effetti sui conti: qualificarsi vale altri 10 milioni
che aver vinto la prima edizione della Conference e aver giocato una finale di Europa League - i due capolavori di Mourinho - ha migliorato l’appeal della società e di conseguenza il conto economico.
PROSPETTIVE. Basti pensare che giovedì prossimo, per la partita di ritorno contro il Milan, i 65.000 spettatori dell’Olimpico garantiranno quasi 4 milioni di incasso al botteghino: l’upgrade rispetto al passato è evidente ed è dovuto al rincaro dei biglietti, comprensibilmente molto contestato dai tifosi. Se proiettiamo questi numeri sull’eventuale semifinale, che a
Trigoria non vogliono neppure nominare per scaramanzia nonostante i 19 precedenti positivi su 19 successivi a una vittoria europea in trasferta, si possono calcolare almeno altri 9 milioni di ricavi garantiti: oltre a un altro pienone di gente allo stadio, entrerebbero i 2,8 milioni di premi Uefa ai quali hanno diritto le quattro semifinaliste di Europa League più la quota del market pool spettante all’Italia, 5,58 milioni, a questo punto da dividere forse per due perché l’Atalanta ha buonissime possibilità di eliminare il Liverpool dopo il 3-0 di Anfield.