Corriere dello Sport

Matteoli: Questa Inter è micidiale Cagliari solido. Il mio? Più bello...

Ha vinto lo scudetto nel 1989 con il Trap In rossoblù la qualificaz­ione in Coppa Uefa

- Di Giuseppe Amisani CAGLIARI

I valori in campo, sulla carta, sono ben delineati. Ma Gianfranco Matteoli, sangue isolano e icona nerazzurra con il Trap, sceglie di non scegliere. Perché entrambe, nella sua vita profession­ale e personale.

Matteoli,chesfidasi­aspettadom­ani al Meazza?

«Da una parte ci sarà l’Inter che ormai ha lo scudetto in tasca, dall’altra il Cagliari che ha bisogno di punti. La immagino una gara sulla carta molto difficile per i rossoblù però si sa che nel calcio non si può mai dire cosa potrò accadere e a volte ci sono cose imprevedib­ili».

Di sicuro non ci sarà spazio per i tatticismi­conduesqua­drepronte a ribattere colpo su colpo…

«Verrà fuori una bella partita. L’Inter è forte e non vedo come possa perdere il tricolore mentre il Cagliari è rivitalizz­ato dal sucn’era cesso ottenuto contro l’Atalanta che gli ha fatto fare un bel salto in avanti in classifica. È stato davvero un bel colpo, una vittoria importante e ora la squadra di Claudio Ranieri può stare un pizzico più serena anche se la strada è ancora lunga».

Differenze e similitudi­ni tra la sua Inter, la squadra dei record del Trap, e quella di Inzaghi?

«Difficile fare paragoni. Il calcio del mio periodo era diverso da questo. Ma noi, così come loro oggi, eravamo micidiali. Non ce per nessuno. Chiudevamo subito le partite senza grande problemi in un’annata in cui tutto ti viene facile. Ecco, questo ci accomuna: la cattiveria nel fare risultato velocement­e, vincere e basta. Senza calcoli. Vai in campo e sai che devi ottenere i tre punti perché sei il più forte. E perché hai la mentalità vincente».

Ai suoi tempi la mediana era uno dei punti di forza nerazzurri. Oggi c’è un sardo come lei, Barella, a guidare la squadra. È il miglior centrocamp­ista italiano? «Sicurament­e è diventato un giocatore vero e quando lo guardi in campo, vedi un grande giocatore. Altro non posso dire. L’ho visto fin da bambino, lo abbiamo accompagna­to nel suo percorso di crescita. Ormai da qualche anno è un importanti­ssimo, un grande giocatore».

Quanto perde l’Inter senza Lautaro?

«Non penso che sia un grande problema in una rosa del genere, trovare un sostituto all’altezza. Anche perché gli altri due “di scorta” sono ottimi attaccanti. E poi anche al Cagliari mancano giocatori importanti quindi nessuna delle due deve recriminar­e».

Meglio il suo Cagliari o quello di oggi?

«Vale il discorso fatto per l’Inter. Puntano sul gruppo, sulla voglia di sacrificar­si. E ora come allora a fare la differenza è l’allenatore. Ha un grande carisma e ha dato la sua impronta alla squadra. Salta subito all’occhio questo guardando le partite e Ranieri è bravo a dare la carica giusta».

Quale il suo segreto?

«Riesce a carica tutti al massimo e dall’esterno si vede un gruppo granitico grazie a lui. Il nostro Cagliari giocava davvero bene, mentre mi sembra che ora la squadra faccia più fatica. Ottiene i risultati quando va in difficoltà, aggrappand­osi a tutti e questo è segno di carattere. Ma noi giocavamo meglio».

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Gianfranco Matteoli, ex Inter

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