Mignani, tutto al “San Vito” «Palermo, conta vincere»
Il tecnico non si nasconde le difficoltà della gara in Calabria: «Un successo ci ripulirebbe la testa»
«Una vittoria comunque conquistata ci pulirebbe la testa». Mignani forse dice una cosa che può apparire scontata ma che sembra assolutamente calzante con la situazione odierna del Palermo. Pur in una trasferta delicata come quella di Cosenza, contro un avversario che a sua volta rincorre un successo che gli manca da molto tempo, la ricerca dei tre punti diventa più essenziale di qualsiasi discussione tattica o di scelte individuali. Solo i risultati possono davvero completare la trasformazione che il club cercava cambiando allenatore e che Mignani intende portare nel breve tempo che intercorre da qui alla fine della stagione.
LA SOLIDITÀ. La squadra ha bisogno di sentirsi sicura delle proprie giocate ritrovare la spavalderia che ha contraddistinto i momenti migliori del campionato ed il passaggio inevitabile è una maggiore solidità: l'apprensione, ha ribadito il tecnico nelle dichiarazioni della vigilia, viene innanzitutto dai troppi gol presi ed è il primo aspetto su cui si sta lavorando. Anche la riflessione sul portiere fa parte di questo ragionamento pur se oggi al San Vito fra i pali dovrebbe esserci ancora Pigliacelli. Desplanches è ritenuto un talento su cui puntare senza tentennamenti ma ci sono equilibri psicologici da salvaguardare in uno spogliatoio. Però il problema esiste, eccome. Nelle ultime 20 partite, il Palermo è uscito con la porta inviolata appena 3 volte, nei successi con Bari e Como entrambi per 3-0, e a Lecco un mese fa. In questo stesso arco di tempo, ha subito 2 o più gol nei 90' per ben 13 volte. Ignorare questo trend è impossibile, in particolare per un tecnico molto attento alla fase di non possesso come Mignani. Che chiede di affrontare la questione col coraggio: “Se la palla l'abbiamo noi è difficile che l'avversario ci faccia gol” ha affermato in maniera significativa.
LE SCELTE. Probabilmente anche per questo motivo, confermerà Leo Stulac in mezzo al campo con l'intento di migliorare il palleggio e anche per non demoralizzare ulteriormente lo sloveno con una nuova esclusione dopo i mesi vissuti in panchina. L'assenza di Di Mariano imporrà un centrocampo diverso, con Segre che potrebbe essere dirottato sulla corsia destra e un altro corridore, Gomes o Coulibaly, a far diga centrale. Un modulo fluido, che vada oltre alle specificità perché servono chilometri da macinare e un risultato da portare a casa. In difesa, sembrano superati i dubbi su Diakitè che ieri ha svolto regolarmente la rifinitura, mentre Nedelcearu sarà il ricambio naturale di Lucioni. Davanti, vanno confermati i progressi di un attacco a due punte e mezzo, Di Francesco dietro a Mancuso e Brunori, col 9 che torna sul campo dove un anno fa segnò una doppietta pur fallendo il rigore del 3-3 e che zitto zitto, è risalito al 2° posto della classifica cannonieri della B col solo Pohjanpalo davanti.