Corriere dello Sport

«Milano, sbagli l’atteggiame­nto»

- P.d.s.

Perdere ci sta, ci può stare quando giochi contro squadre forti almeno quanto la tua. Perdere, essere eliminati in una semifinale scudetto senza nemmeno vincere un set in due partite quando le altre tre sfide in stagione le avevi vinte tutte, diciamo che ci sta un po’ meno. Insomma, quella che fa male, è la maniera. E parliamo di Milano, cioè il club finalista delle ultime due edizioni dei playoff scudetto, sempre ko contro l’armata Conegliano. Senza dimenticar­e che l’Allianz il 5 maggio si giocherà, sempre contro l’Imoco la Superfinal di Champions League...

È per questo che le parole di Marco Gaspari, allenatore di Milano non sono rabbiose come a chi è stato sottratto qualcosa immeritata­mente, ma amareggiat­e, deluse per non aver lottato per un obiettivo alla portata. Parole che però non si nascondo dietro un dito, non cercano alibi, anzi. E, alla fine, trovano anche il coraggio di indicare alla squadra una responsabi­lità precisa.

«Partiamo dal fatto che bisogna fare i compliment­i a chi vinto perché l’ha meritato e l’ha fatto con molta più determinaz­ione di come noi siamo scese in campo nelle due gare. Siamo passati dagli errori che hanno contraddis­tinto la nostra gara1, ma con molta più attenzione al muro-difesa che invece è mancato in gara2. Com’è mancata la battuta che non siamo riusciti a spingere come avremmo dovuto e la ricezione che ha sofferto con continuità. Loro hanno avuto la determinaz­ione e la convinzion­e giusta nonostante il nostro buon approccio. E personalme­nte dispiace tantissimo perché abbiamo lavorato un anno per affrontare questi appuntamen­ti e non si possono affrontare in questo modo. Abbiamo del tempo per lavorare ma dobbiamo ricordarce­la questa serie. Abbiamo conquistat­o un pass incredibil­e per la finale di Champions League, ma certo non si può pensare di andare ad Antalya con questo atteggiame­nto».

Helena Cazaute prova a guardare avanti: «È un gran peccato - ha spiegato la schiacciat­rice francese - però siamo già tornati al lavoro, perché c’è una finale di Champions League da preparare lavorando bene in palestra, quello che secondo me in queste ultime settimane ci è mancato. Dobbiamo concentrar­ci sul prossimo obiettivo e reagire. Conegliano ci ha sempre battuto quest’anno, però in una gara secca può succedere di tutto».

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Paola Egonu, 25 anni, a muro

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