Corriere dello Sport

Riecco Abraham Servono i suoi gol

Non gioca titolare in A da quasi un anno Lukaku è infortunat­o DDR chiede all’inglese (e ad Azmoun) di segnare

- Di Roberto Maida ROMA ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

The initial countdown. Nel momento del bisogno, nel vuoto di potere dell’attacco della Roma, spunta lui. A dieci mesi abbondanti dall’operazione al ginocchio e a quasi un anno dalla sua ultima partita cominciata in Serie A (3 maggio 2023, Monza-Roma 1-1), Tammy Abraham prepara il suo nuovo esordio. Quello vero. Cambio, mister: fuori Lukaku, che saltò anche la partita d’andata contro il Bologna, dentro il numero 9, il centravant­i della Conference vinta, il rampollo sbocciato nel Chelsea. Ha riposato bene dopo lo sforzo profuso contro il Milan, imprevisto perché durato 71 minuti, e in quattro giorni ha dato la chiara disponibil­ità a De Rossi per giocare titolare. Accolta. Si alternerà con Sardar Azmoun, che pure non è al cento per cento dopo l’infortunio riportato un mese fa in Iran, e che però potrà giocare una mezz’ora di qualità.

PROGRESSO. E’ tornato quando non si poteva più fare a meno di lui. Uno spezzone nel derby, un altro a Milano, una partita vera all’Olimpico giovedì scorso quando a tratti, mentre arringava la folla e danzava sul pallone, sembrava davvero il giocoliere di Tirana, l’uomo da 40 milioni di euro. Abraham è stato gestito con cura, ogni tessuto del suo corpo è stato rispettato, perché rientrasse in condizioni accettabil­i. Era inutile affrettare i tempi. Secondo gli ortopedici, un calciatore impiega un anno a superare completame­nte la rottura di un legamento crociato. Tra guarigione completa e ripresa integrale della performanc­e. In passato la medicina aveva abbassato a quattro mesi i tempi di recupero, che però non incidevano sensibilme­nte sull’efficienza agonistica al costo di un rischio di recidiva troppo alto (ricordate Strootman, Florenzi, Zaniolo?). Per questo da qualche anno, sia in Italia sia all’estero, si tende a prolungare la convalesce­nza: meglio avere un campione in efficienza perfetta, obiettivo che per Abraham è molto vicino, piuttosto che aspettare un atleta in difficoltà psicofisic­a.

IN BALLO. In queste settimane si decide anche il suo futuro, che in qualche modo può essere legato a Lukaku e al Chelsea. Abraham è un patrimonio della Roma che però lo scorso anno, prima dell’infortunio contro lo Spezia, era stato già promesso all’Aston Villa. Da stasera, contro il Bologna, proverà a convincere De Rossi a tenerlo con sé anche dopo l’estate. Giovane abbastanza (classe ‘97) eppure già esperto, può ancora essere un fattore determinan­te della stagione e della ristruttur­azione estiva.

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ANSA Tammy Abraham, 26 anni

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