KOUAME VOLASU SALERNO
Una Fiorentina completamente rimaneggiata e senza centravanti sblocca la partita nel finale e si riavvicina alla zona Europa Per la Salernitana un’altra domenica triste: è il 22° ko in campionato
Colpo di testa in elevazione e gol: l’ivoriano abbatte la resistenza dei granata, poi il sigillo di Ikoné
Buon per la Viola. Perché vincere aiuta a vincere. E anche perché, pur con tanti big lasciati a Firenze, Italiano e i suoi si prendono un successo che ha almeno tre effetti positivi: dà gratificazione, riapre spiragli europei anche in classifica e mette la Fiorentina nelle migliori condizioni in vista dell’impegno di mercoledì in casa dell’Atalanta, quando in palio ci sarà la finale di Coppa Italia. Decisivi i cambi nella ripresa: Kouame, che ha dato la profondità che mancava e ha segnato di testa l’1-0, e Mandragora, che ci ha messo l’assist per il raddoppio firmato da Ikoné praticamente a porta vuota. La Salernitana, pur dopo un’ora abbondante di buona tenuta, cade ancora e ora è a un passo dall’amara aritmetica: se giovedì l’Udinese dovesse battere la Roma negli scarsi venti minuti da recuperare (più extra time), i granata sarebbero retrocessi. D’altronde, da quando è andato via Inzaghi l’11 febbraio, il cammino ha lasciato poco o nulla all’immaginazione: due punti in due mesi e mezzo, il finale è scritto da diverso tempo.
EQUILIBRIO. Nel primo tempo le due squadre non riescono a crearsi grattacapi l’un l’altra. La Salernitana è ordinata e compatta ma non trova sbocchi perché la coppia Ikwuemesi-Tchaouna non dà sbocchi. In mezzo al campo Candreva (ieri 500 in A!), Basic e Legowski lavoricchiano ma siamo alla normale amministrazione e nulla più. Sulla sponda granata, insomma, con il presidente Iervolino in tribuna, c’è spazio soprattutto per gli appunti sul futuro e sulla squadra da rifondare che dovrà affrontare la B. La Fiorentina, invece, onora l’impegno con discreta attenzione ma si vede che la testa è altrove, vale a dire alle semifinali delle coppe. E poi: il trequartista, cioè colui che dovrebbe accendere la miccia, è Castrovilli, che quest’anno ha giocato un’ora in Primavera e che la Serie A l’ultima volta l’aveva vista quasi un anno fa, a giugno 2023; il centravanti è Barak, che tutto è nella vita tranne che terminale offensivo; infine Ikoné vola vola ma atterra sempre in soluzioni confuse e sballate. Poco, insomma, per pensare di vincere.
RIPRESA. Dopo l’intervallo, però, sale il tono viola. E al contempo calano le energie della Salernitana. Ochoa limita da campione gli attacchi degli ospiti, chiudendo almeno su tre conclusioni a botta sicura (Sottil, Kouame e Mandragora), ma nulla può sulle due reti che decidono la partita. Italiano la vince anche grazie alla spinta dei subentrati. Perché Kouame, tenuto all’inizio in panchina per precauzione, entra bene e trova lo stacco che sovrasta Pellegrino e certifica l’1-0 (19ª rete di testa, più di qualsiasi altra di A sommando tutte le competizioni stagionali). E perché anche Mandragora - un altro destinato a tornare titolare mercoledì a Bergamo - ha la gamba per andare a piazzare l’assist che Ikoné trasforma nel raddoppio, allo scadere, cinque minuti dopo il novantesimo.
CAMMINI. Ora la Fiorentina non dovrà far altro che mantenere alta la concentrazione. E, per quanto possibile, le gambe pimpanti. Coppa Italia e Conference chiamano, ma anche il campionato non può essere abbandonato, specialmente con questa classifica e la gara da recuperare (sempre con l’Atalanta). La Salernitana, amareggiata anche per gli scontri visti prima della gara fuori dall’Arechi, aspetta il destino già scritto. Ciò che deve essere ancora scritto, invece, è il progetto futuro che, più di ogni altra cosa, avrà bisogno di maggiore chiarezza.