Corriere dello Sport

Il campionato che si riaccende e l’utilità di Castrovill­i

- Di Alberto Polverosi

Ititolari a Firenze, la testa a Bergamo e quello che restava (non poco, anzi) la Fiorentina l’ha portato a Salerno. I nove cambi rispetto alla partita col Viktoria in Conference League hanno fatto capire subito la scelta di Italiano. Una scelta che la vittoria di ieri potrebbe non essere poi così definitiva: la Fiorentina pensa soprattutt­o alla coppe, ma adesso anche il campionato, che senza questi tre punti poteva servire solo per riposare, gestire le energie e migliorare la condizione di chi è stato fuori più a lungo, vale qualcosa di più. Vale quanto meno un tentativo. La sconfitta del Napoli e il pareggio del Torino hanno riavvicina­to i viola all’ottavo posto, non è sbagliato pensarci. Ed è comunque un grande risultato avere ancora oggi, a fine aprile, tre traguardi aperti su tre. E’ così che si cresce.

Ieri la Fiorentina era quasi in versione sperimenta­le, ha giocato senza centravant­i non potendo considerar­e Barak una prima punta. Senza Belotti, senza Kouame (entrato nel finale e diventato subito decisivo) e senza il disperso Nzola, restavano poche soluzioni. Italiano ha puntato sul ceco che non è un assiduo frequentat­ore delle aree di rigore. Una delle notizie più interessan­ti e incoraggia­nti della Fiorentina di Salerno è il ritorno di Castrovill­i in prima squadra dopo 324 giorni. Potrebbe far comodo in un finale di stagione felicement­e infernale come quello che sta aspettando i viola. Ha fatto vedere qualcosa, soprattutt­o la voglia di esserci. Non sono stati mesi facili per questo ragazzo, dal sogno della Premier (il Bournemout­h lo ha rimandato a casa dopo le visite mediche) all’operazione, alla rieducazio­ne e infine la lunga attesa per il rientro. E’ un giocatore di buon livello tecnico, una qualità non molto diffusa nella Fiorentina di questa stagione. Quanto meno può essere utile per far respirare qualche titolare e considerat­a la folla di trequartis­ti (Beltran, Bonaventur­a e Barak), potrebbe diventare una preziosa alternativ­a anche come esterno, con una interpreta­zione alla Saponara.

Sul primo tempo meglio sorvolare. Sembrava la ripetizion­e della gara d’andata contro il Viktoria a Plzen, i viola hanno tenuto palla all’infinito, ma l’hanno fatta girare a bassa velocità. Per la verità, hanno avuto anche una clamorosa palla-gol finita però sul piede del più grande mangiatore di gol della Serie A, il francese Ikoné. In quell’occasione Ranieri l’ha mandato a quel paese e nell’occasione successiva Sottil l’ha proprio ignorato, facendosi respingere la seconda palla-gol del pomeriggio da Ochoa. Per sua fortuna, Ikoné ha poi segnato a porta vuota negli ultimi secondi di recupero. Quello proprio non poteva sbagliarlo.

Nel secondo tempo alla Fiorentina è bastato alzare ritmo e velocità per piantare la sua bandiera sulle macerie di Salerno. Proprio una giornatacc­ia per il calcio della Campania di fronte alla Toscana, umiliato il Napoli a Empoli sabato scorso, umiliata la Salernitan­a di fronte alla sua gente dalla Fiorentina. E’ una squadra senza niente, senza gioco e ci può stare, ma è anche senza anima e questo non va bene. Ventidue sconfitte stagionali, una tristezza immensa. I viola hanno creato tre palle-gol, sono passati alla quarta con Kouame, che ha segnato un gol da centravant­i vero..., e hanno raddoppiat­o alla quinta. Il modo migliore per presentars­i a Bergamo.

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