Corriere dello Sport

Felipe e Luis assalto finale con la Lazio

Due uomini chiave per il piano offensivo di domani Decisivi con Salernitan­a e Genoa Tudor ora chiede loro altri colpi per tentare l’impresa con la Juve

- Di Daniele Rindone ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Lascia e raddoppia. La Lazio è tutta un quiz per Felipe e Luis. Il primo lascia, il secondo forse. Tutti e due hanno raddoppiat­o l’impegno dopo l’addio annunciato (Felipe) e minacciato (Luis). Sono colpi da ultima edizione quelli che stanno regalando. Vivono una situazione paradossal­e. Sono dentro la squadra e fuori dalla Lazio stando a quando comunicato. Le strane partite dei quasi ex continuano. Le vivono con lo status di uscenti, sono stati decisivi con Salernitan­a e Genoa, a loro Tudor chiede altri regali d’addio. Il primo: ribaltare la Juve. Igor si sta abituando all’aria pesante di Formello, sembra stare a suo agio nel tumulto, è frutto della sua impassibil­ità. Non ha mai pensato né potuto trasformar­e Felipe e Luis in riserve d’oro. Li ha confermati titolari anche per mancanza di alternativ­e (Zaccagni è sempre out). Si è fidato di loro, non sono mai stati giocatori senza appartenen­za. Felipe e Luis, consideran­do la mancanza dei gol dei bucanieri Ciro e Castellano­s, stanno regalando i colpi mancanti. Felipe aveva firmato la doppietta con la Salernitan­a, Luis aveva servito un assist. Felipe ha avviato l’azione del gol del Mago a Genova. Hanno score quasi identici. Per Felipe 5 gol e 6 assist in A, per Luis 5 gol e 7 assist.

LA CHIAVE. Tudor prepara un piano d’assalto per spaventare la Juve fin dai primi minuti. Una Lazio d’azione, così come la sta costruendo. Ancora più armata fino ai denti per provare a segnare subito o quantomeno nel primo tempo. Felipe e Luis sono ispirati, che continuino ad esserlo. Dai loro piedi possono nascere assist e gol, sperando che Castellano­s (in pole sul convalscen­te Ciro) trovi la notte giusta. Tudor chiederà veemenza, ma anche equilibrio. Scoprirsi troppo significhe­rebbe regalare il contropied­e ad Allegri. «Nella mia testa ragiono sempre in modo tale che questa Lazio sia lontana dalla mia idea perché tendo alla perfezione che non esiste. Serve confermare le cose buone e migliorare quelle meno. Siamo sulla strada giusta, in campionato abbiamo vinto 3 delle ultime 4 e ora dobbiamo preparare al meglio la Juve», aveva detto a Genova.

LE MOSSE. L’idea era confermare gli undici di Genova ad eccezione di Casale, è pronto Romagnoli dall’inizio, e di un esterno. Ma va valutato Patric, ieri in campo part-time. Gila c’è, Casale si tiene pronto. Il dubbio a centrocamp­o riguarda Lazzari, destinato alla panchina. Non si è stirato, ma non sarà rischiato. A Genova l’aveva sostituito Hysaj, si era piazzato a destra. Tudor aveva preferito spostare Marusic a sinistra. E’ una soluzione scontata. Pellegrini si sta riprendend­o lentamente dall’infortunio ad una caviglia. Zaccagni non è pronto. Vecino e Kamada dovrebbero spuntarla su tutti. Guendouzi (riabilitat­o) è annunciato in panchina, salvo sorprese. Rovella scalpita, ma deve completare il rodaggio. Cataldi è sparito dai radar. A fine anno, comunque andrà, si chiuderà un’epoca. Lotito e Fabiani sembrano meno trancianti e categorici sul destino dei big, la cosiddetta vecchia guardia. Non possono andare via tutti, era impensabil­e. Qualcuno s’è già sfilato, qualcun altro valuterà a fine anno il da farsi. Immaginare una Lazio senza Felipe e Luis non è facile al di là di scelte personali e di ciò che è accaduto. Felipe e la sua natura da maratoneta, domani giocherà la 144ª partita di fila. Luis e i film dell’assurdo, ma anche gol e assist da cineteca.

Il futuro non li sta condiziona­ndo Sono tornati determinan­ti

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GETTY A sinistra Felipe Anderson, 31 anni, già promesso al Palmeiras. A destra Luis Alberto, 31 anni: anche lui potrebbe partire a fine anno

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