Corriere dello Sport

La missione di Max salvare il triennio e fissare un record

Un trofeo per non restare a secco nella sua gestione bis Allegri vuole la quinta Coppa Italia per staccare Mancini ed Eriksson: diventereb­be il migliore di sempre

- Di Filippo Bonsignore TORINO

L’ultima festa prima di lasciarsi. Allegri vuole chiudere in bellezza la sua seconda vita in bianconero e regalarsi un trofeo che darebbe tutto un altro sapore a una stagione che ha cambiato repentinam­ente volto. Il sogno scudetto, parola che peraltro non ha mai fatto parte del vocabolari­o del tecnico, ha lasciato spazio a una crisi inattesa per dimensioni e durata, tanto che la fine del tunnel non si vede. La Juve ha accarezzat­o l’idea di scrivere una impresa tricolore impensabil­e a inizio stagione, si è arrampicat­a fino al primo posto in classifica ma poi è crollata clamorosam­ente. È iniziata una caduta libera che nulla riesce ad arrestare, non gli sporadici successi in campionato, solo due nelle ultime dodici gare; forse potrebbe riuscirci la Coppa Italia, se domani i bianconeri riuscirann­o a centrare la finale. Si parte dal 2-0 dell’andata firmato da Vlahovic e Chiesa ed è già un buon inizio ma la Juve di questi tempi è talmente ondivaga e altalenant­e da non far dormire sonni tranquilli neppure con una dote del genere che, in tempi normali, rappresent­erebbe uno scudo rassicuran­te.

LA QUINTA. La coppa diventa

quindi scialuppa di salvataggi­o per Massimilia­no Allegri e la Signora, per dare un senso a questa annata diventata improvvisa­mente tormentata prima di dirsi addio. Max vuole chiudere con il sorriso e aggiungere all’obiettivo minimo e imprescind­ibile della qualificaz­ione

alla prossima Champions League anche la vittoria di un titolo. La Juve è a digiuno ormai da due stagioni: l’ultima festa risale al 19 maggio 2021 con Pirlo in panchina ed era sempre Coppa Italia, alzata al cielo di Reggio Emilia dopo aver superato l’Atalanta. Sono trascorsi quasi tre anni e i bianconeri non hanno fatto progressi, anzi. Il triennio di Allegri non è stato foriero di sorrisi e, al netto dello tsunami giudiziari­o della scorsa stagione - dove Max ha avuto il merito di governare la nave nel mare in tempesta - si è trascinato all’insegna del basso profilo e della involuzion­e. Eppure l’annata in corso era stata esaltante e allo stesso tempo sorprenden­te fino a quel 21 gennaio quando, vincendo a Lecce, i bianconeri avevano effettuato il sorpasso in classifica sull’Inter. Dopo tutto è inspiegabi­lmente precipitat­o e di quella Juve non c’è più nemmeno l’ombra. Il riassunto racconta che nelle successive partite, la Signora ha mantenuto un passo da retrocessi­one: 12 punti, uno a match. In tutto sono 18 nelle 14 gare del di ritorno; numeri che non si addicono ai bianconeri. Ecco perché, oltre a benedire il ranking Uefa che ha regalato il quinto posto in Champions alle squadre italiane e avvicinato la Signora al traguardo della qualificaz­ione, la Coppa Italia diventa così importante. Alzare il trofeo significhe­rebbe per Allegri scrivere un nuovo record: diventereb­be l’allenatore più vincente in Coppa Italia con cinque successi, staccando Roberto Mancini e Sven Goran Eriksson che lo affiancano ora a quota 4. E servirebbe ai bianconeri per ritrovare il feeling con le vittorie e mettere una prima pietra per il futuro. È chiaro infatti che l’idea della Continassa sia di cambiare e di scegliere un nuovo timoniere per aprire un nuovo ciclo. Max però vuole chiudere alla sua maniera, con una vittoria. Ci sono la Lazio e una semifinale di ritorno tra la Juve e la finale e la possibilit­à di non chiudere il triennio senza titoli.

L’ultima festa risale al 2021 quando in panchina sedeva Pirlo

 ?? ??
 ?? GETTY IMAGES ?? Massimilia­no Allegri, 56 anni, tra Locatelli e Miretti
GETTY IMAGES Massimilia­no Allegri, 56 anni, tra Locatelli e Miretti
 ?? GETTY ?? Dusan Vlahovic, 24 anni, a segno a Cagliari
GETTY Dusan Vlahovic, 24 anni, a segno a Cagliari

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy