Corriere dello Sport

Pioli: L’Inter è la migliore da 4 anni

«Non sempre il Milan è riuscito a mettere in campo le qualità»

- Di Adriano Ancona MILANO

Lo scudetto consegnato nel derby ancora brucia: l’allenatore spiega però come ogni stagione faccia storia a sé

Scenari e simmetrie, incastri e banali scherzi del destino. L'ultima sconfitta milanista a casa della Juve, storia di quattro anni e mezzo fa, aveva il marchio di un Dybala che - stavolta con la maglia della Roma - non più tardi di nove giorni fa ha contribuit­o a spingere Stefano Pioli oltre il burrone. All'epoca la nuova gestione rossonera, con il cambio di allenatore, prendeva forma da un mese esatto. Lo stesso periodo che manca, adesso, alla fine del campionato. Con annessi i titoli di coda su Pioli e il suo percorso al Milan. Insomma, simmetria precisa per le sue modalità aspettando il passaggio odierno davanti alla Juve: basta non ricordarlo a Pioli, che ieri sull'argomento non ha sbuffato ma rispondeva in modo globale. Perché la questione riguarda tutto l'ambiente rossonero. «Sappiamo che il momento è doloroso, ci sono stati dieci giorni difficili», ha ammesso presentand­o una partita in cui il Milan dovrà evitare di perdere terreno. «Non possiamo fermarci a queste delusioni, però soffriamo per la situazione. Contro la Juve, sarà una partita fondamenta­le per la classifica e per l'umore».

SPALLE LARGHE. La società ha già esplorato il futuro - con Lopetegui maggiore candidato - e, a metà di una settimana in cui proprio il Milan consegnava idealmente lo scudetto all'Inter, il presidente Scaroni si è espresso con la diplomazia del caso. Il futuro di Pioli con questo club ormai è segnato: di riabilitar­si con l'Europa League

neanche a parlarne, il derby di cinque giorni fa ha fornito sgradevoli conferme. Pioli è consapevol­e del periodo e di come il Milan dovrà consumare la parte finale della stagione. «Io per primo devo avere le spalle larghe, in questi cinque anni non ci sono mai state vie di mezzo». Di certo, non è stato il massimo vedere i cugini prendersi lo scudetto in un derby ospitato dal Milan. Pioli in questo ha una propria lettura: «Non siamo mai stati la squadra più forte del campionato: l'Inter da quattro anni lo è, eppure ha vinto solo due scudetti. I compliment­i rivolti al Milan, fanno onore a Inzaghi. Però non ricordo quanti punti ha preso l'anno scorso dal Napoli, ma sono tanti e questo significa che le stagioper ni cambiano il corso delle cose. E tutto si azzera. Noi non siamo sempre riusciti a mettere in campo le nostre qualità».

ZLATAN PRESENTE.

Il concetto di alzare il livello è quello sul quale Pioli insiste di più. Ci sono da proteggere secondo posto e credibilit­à. «Tocca a noi dimostrare come vogliamo finire la stagione», ha detto. «Gli stimoli devono esserci, altrimenti sarebbe un grave errore. La Juve è imprevedib­ile e ha tutto per essere una squadra importante. Ibrahimovi­c? Sul suo carisma, oltre alle qualità tecniche e umane non ho dubbi. Ma non sono io lo sponsor di Zlatan: il suo ruolo, lo deciderà chi sta sopra di me. Lui ama il Milan, prenderà le decisioni migliori a seconda delle sue idee. Ibra è sempre vicino a noi: cerca a darci fiducia e sostegno per superare un momento delicato.».

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GETTY IMAGES Il Milan di Stefano Pioli deve mettersi alle spalle una settimana da incubo

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