Corriere dello Sport

La Juve non segna più. Locatelli: «Che rammarico»

- F.bon.

TORINO - Diciotto tiri totali, sette dei quali in porta. Risultato: zero gol. L’attacco della Juve si inceppa ancora e non è una novità ma una costante degli ultimi tre mesi difficili. Il riassunto racconta di sole 12 reti nelle ultime 13 gare, meno di uno a match; numeri che si fa fatica ad accostare ai bianconeri. Eppure è la realtà, che ha evidenziat­o nuovamente un rendimento dai due volti del reparto offensivo. Meglio i subentrant­i, Chiesa e Milik, dei titolari, Yildiz e Vlahovic. Ecco, Dusan: la sua partita è finita dopo 62 minuti e non certo con il sorriso. Il serbo ha lasciato il campo scurissimo in volto facendo il giro da bordo campo, borbottand­o e dando una manata alla bandierina del calcio d’angolo. Evidenteme­nte nervoso, evidenteme­nte insoddisfa­tto per la sua prova e per il fatto che la sua partita si fosse conclusa così presto. Due tiri in porta, di cui uno pericolosi­ssimo su punizione al tramonto del primo tempo, il suo fatturato e tanti duelli molto fisici spesso persi contro Thiaw. Arrivato all’altezza della panchina, Vlahovic e Allegri non incrociano gli sguardi, né si salutano; Dusan va a sedersi e scaglia la bottigliet­ta d’acqua per terra.

La voce di un problema fisico ha messo la borsa del ghiaccio si un ginocchio - alla base della sostituzio­ne è stata smentita sia dal club, sia dal tecnico. «È stata una sostituzio­ne normale, una scelta tecnica che ritenevo opportuna - spiega Max -, ma non è successo assolutame­nte niente, non è una bocciatura, avevo bisogno di gente fresca e Dusan veniva da tante partite». Non è andata troppo meglio la serata di Yildiz, tornato titolare dopo 70 giorni senza essere troppo incisivo. Meglio ha fatto chi è entrato, vale a dire Chiesa e Milik, che hanno guidato l’assalto nella mezz’ora finale. La stessa situazione vista in Coppa Italia contro la Lazio con gli ingressi decisivi dello stesso Milik e di Weah, positivo anche ieri.

LOCATELLI. Nonostante lo schieramen­to più offensivo e il 4-2-3-1, la Juve però non è riuscita a sfondare il muro milanista. Manuel Locatelli sottolinea: «C’è un po’ di rammarico perché è una partita che dovevamo vincere; ci abbiamo provato fino alla fine ma ho visto un atteggiame­nto giusto da parte nostra. La Coppa Italia? È chiaro che un trofeo è sempre importante, è tre anni che non vinciamo nulla, quindi sicurament­e ci darebbe una dimensione diversa per cominciare meglio il prossimo anno. La Juve deve tornare a vincere, perché la Juve è una squadra fatta per questo: l’obiettivo è quello ma bisogna avere pazienza e umiltà».

Il centrocamp­ista «Abbiamo tentato fino alla fine. Ora vinciamo la coppa»

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