Lampo Zaccagni firma d’autore
Gli bastano appena dodici minuti per cambiare la storia del match e quella della volata Champions
Ritorno col botto. Fuochi d'artificio sotto la Nord in 12 minuti, un rientro migliore non era immaginabile. Mezz'ora a disposizione, non si può dire che non l'abbia sfruttata a dovere. Aveva il sangue agli occhi sull'azione decisiva. Per come ha bucato Montipò, infilato sul primo palo. Per come l'ha strappata a Suslov a centrocampo. L'ha tolta anche a Kamada, tant'era la fame di gol. È stato il quinto in campionato, il sesto considerando il derby di Coppa Italia. Non ha fatto sconti alla sua ex squadra, già colpita nella gara d'andata con un colpo di tacco d'autore. La firma l'ha messa pure nella sfida di ritorno, soltanto con i tre punti la Lazio poteva giocarsi un finale di campionato ambizioso.
Ingresso al 60' e rete al 72', risolutivo in un attimo. Si è piazzato a sinistra, a tutta fascia come contro la Juventus in campionato nell'esordio di Tudor e come nella successiva sfida di Coppa coi bianconeri. Un round maledetto, durato soli 14 minuti: l'intervento duro di Gatti in scivolata gli aveva procurato una grave distorsione alla caviglia, era stato interessato anche un legamento. Era il 2 aprile, costretto ad alzare bandiera bianca per le quattro gare seguenti, si è ripresentato ieri nella lista dei convocati e subito nel tabellino dei marcatori. Anzi, del marcatore: solo il suo nome scritto per risolvere la pratica Verona.
GIOIA.
La corsa della vittoria è stata il racconto del periodo trascorso ai box, senza poter dare una mano ai compagni all'inizio del nuovo ciclo post-Sarri. Un passo dietro l'altro, un metro alla volta, arrivando fino al capolinea, bucando Montipò sul suo palo. Un mancino potente e preciso. Finalmente un assist sfruttato dopo tanti sprechi nell'area di rigore avversaria. Luis Alberto ha suggerito, Zaccagni ha colpito sotto gli occhi di Giuffredi, il suo agente che ha assistito alla partita dal vivo all'Olimpico. Un modo speciale per festeggiare insieme il prolungamento contrattuale fino al 2029, ufficializzato dalla Lazio il 17 aprile.
Prima del match era stato profetico: «Sono contento per il rinnovo, era quello che volevo fin dall'inizio. Ringrazio il presidente e la società. Sono tornato e sono pronto a dare il mio contributo». Prontissimo, visti i risultati immediati. Ha buttato giù il muro del Verona, sembrava non esserci soluzione offensiva in grado di schienare i gialloblù tra traverse colpite, miracoli del portiere e imprecisioni sotto porta. Ci ha pensato Zaccagni a scacciare la maledizione, a prendersi la scena da protagonista, venticinque giorni dopo il ko all'Allianz per il fallo di Gatti. Determinazione massima fino alla fine, s'è preso un giallo per proteste quando ha visto il pericolo del gol subìto. Il suo gioiello non poteva essere cestinato.
«Sono contento per il contratto: ringrazio il club e il presidente»