Corriere dello Sport

Martin vola: resta in piedi e ringrazia

Jorge beneficia dell’errore di Marquez e precede Acosta, il più accorto sull’asfalto infido

- Di Gianmaria Rosati JEREZ DE LA FRONTERA

Èuna casualità che i due piloti più in forma di questo inizio di stagione siano stati anche gli unici due protagonis­ti d’alta classifica a rimanere in piedi nella corsa a eliminazio­ne di Jerez? Esistono buone argomentaz­ioni sia per giustifica­re con la buona sorte il primato di Jorge Martin e il secondo posto di Pedro Acosta, piazzament­i che ricalcano le loro posizioni in un Mondiale che parla sempre più spagnolo (sei successi iberici in sette corse tra Sprint e GP), ma ci sono altrettant­e ragioni per chi sostiene come la forma di Martinator e lo status di predestina­to di Acosta siano alla base del loro successo, aiutato anche dalla Dea Bendata.

OLTRE I MERITI. Di sicuro Martin se l’è vista brutta al settimo giro, con un’imbarcata alla Curva 7 che gli ha fatto perdere il vantaggio accumulato su Marc Marquez che, pochi metri dopo, gli ha strappato il comando della corsa. «Il segreto è stato mantenere la mente fredda in quel momento» ha spiegato Martin. «Sarei stato felice anche del secondo posto, forse è il piazzament­o che meritavo, Marc ne aveva di più. Ma si trattava di una gara in cui cadere era più facile che restare in piedi, anche per questo nel giro di allineamen­to e in

quello di ricognizio­ne ho studiato con attenzione i punti che potevano essere più bagnati. Poi, per metà primo giro mi è rimasto anche l’abbassator­e attivato, la moto era rigida come un pezzo di legno… Mi è andata bene».

ALLUNGO. Trionfando nella Sprint che ormai rappresent­a il suo regno – 11° successo al sabato - il vice campione ha allungato in classifica, tanto che a prescinder­e dall’esito dell’odierno GP («Per il quale ho fiducia, sulla distanza mi sento forte con la gomma media» ha detto Jorge) resterà leader, visto il +29 su Acosta, il +33 su Enea Bastianini, il +36 su Maverick Viñales e il +42 su Pecco Bagnaia. Anzi, con un ulteriore buon risultato, Martinator può tentare la fuga.

PREDESTINA­TO. Se Martin ha visto Marquez cadere pochi metri davanti a sé, al nono giro, Acosta ha avuto un posto in prima fila per il triplo scivolone di Alex Marquez, Brad Binder e Bastianini, una danza alla quale il diciannove­nne è riuscito a sottrarsi grazie alla prontezza e a un’attenzione simile a quella di Martin. «Ci sono punti in cui questa pista si asciuga più lentamente, come Curva 8 e 9, e soprattutt­o la 5, dove sono caduti i tre davanti a me, l’ho imparato nei test con la Moto2» ha spiegato Acosta. Il suo episodio ha ricordato quando, a Barcellona nel 2019, nel quintetto di testa Jorge Lorenzo fece strike stendendo Valentino Rossi, Andrea Dovizioso e Viñales, mentre l’unico a evitare il danno fu Marquez. Ai tempi, Marc era ancora circondato dall’alone di invincibil­ità, quello che oggi sembra proprio di Pedrito.

 ?? GETTY ?? Pedro Acosta e Jorge Martin: secondo e primo a Jerez
GETTY Pedro Acosta e Jorge Martin: secondo e primo a Jerez

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy