Caso Agnelli alla Corte UE
Il caso Agnelli, insieme a quello dell’ex ad bianconero Arrivabene, finisce alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Il Tar del Lazio si è rivolto all’organismo con sede in Lussemburgo - lo stesso che a dicembre ha pronunciato la sentenza sulla vicenda Superlega parlando di «abuso di posizione dominante» dell’Uefa - per fare luce sulle squalifiche per il caso plusvalenze (2 anni all’ex presidente). Il giudice amministrativo Arzillo ha interpellato la Corte Ue in particolare su due questioni di possibile conflitto tra ordinamento sportivo e diritto comunitario, ponendo dubbi an
che su sentenze precedenti della Corte Costituzionale italiana: la natura dell’articolo 4 del codice di giustizia sportiva (il “contenitore” che legifera su lealtà, probità e correttezza), che oggi da solo può portare a una condanna senza un altro articolo a supporto, caposaldo dell’accusa anche nel caso plusvalenze con inibizioni per i dirigenti e il -10 alla Juve, e la questione risarcitoria che sta alla base dei ricorsi stessi al Tar; su quest’ultimo aspetto ci si chiede se è corretto che arrivati a questo grado di giudizio (il primo dopo i tre step dall’ordinamento sportivo) si possano eventualmente ottenere solamente dei soldi per un danno subito e non una revisione della sentenza. La futura decisione della Corte Ue potrebbe stabilire se una parte fondante della giustizia sportiva sia conforme ai trattati dell’Unione, generando interrogativi dalle ricadute potenzialmente esplosive per l’intero sistema. Agnelli spera, mentre la Figc osserva con preoccupazione gli sviluppi della vicenda.