Corriere dello Sport

L’Everton, ex nobile d’Inghilterr­a

- Di Gabriele Marcotti LONDRA

Nove titoli nazionali, e per sette volte al secondo posto. L’ultima volta negli anni 90’ quando nasceva la Premier League. Il treno dorato che l’Everton ha mancato solo per qualche anno, a tutto favore del Manchester United. Perché fino all’avvento di Sir Alex Ferguson l’Everton non era una comprimari­a bensì la squadra che contendeva con il Liverpool il primato per numero di maggiori titoli. Lo United ha sbaragliat­o tutto, e da lì in poi nulla è stato più come prima. Ma per l’Everton è iniziata una nuova era, all’ombra del successo. Che fino ai giorni d’oggi ha confinato i Toffees nella periferia del calcio. Tolta la parentesi David Moyes, durante la quale l’Everton ha respirato calcio d’Europa,dalle parti di Goodison Park ci si è dovuti arrangiare.

IL PROCESSO. Nel mentre l’impegno, oneroso, per la costruzion­e di uno stadio, non distante da Anfield, con il dichiarato obiettivo di colmare il distacco, non solo economico ma anche numerico. Perché non c’è dubbio che negli ultimi 30 anni il Liverpool non solo abbia vinto molto di più degli acerrimi nemici, ma soprattutt­o ha anche saputo sfruttare al meglio la migliore esposizion­e mediatica. Forse anche per questo, le ultime dirigenze si sono lasciate andare a gestioni finanziari­e molto discutibil­i che nell’ultimo anno sono state sanzionate dalla Premier League. In effetti per i Toffies l’ultima è stata una stagione da incubo, simile a quella vissuta la scorsa annata dalla Juventus. Con la sostanzial­e differenza, che per i bianconeri c’era in ballo la qualificaz­ione in Europa, per l’Everton la permanenza nella massima serie. La retrocessi­one in Championsh­ip sarebbe stata un’onta al di là dello smacco sportivo, dal momento che l’Everton non è mai retrocesso. Così è successo che la squadra è stata penalizzat­a prima di sei punti, poi perdonata quindi penalizzat­a di altri due. Montagne russe che non hanno però pregiudica­to la corsa salvezza del Toffees, che sono infine riusciti a salvarsi con una giornata di anticipo. Un mezzo miracolo firmato da Sean Dyche che però per la nuova stagione ha chiesto rinforzi. L’Everton sono ormai due anni che non fa mercato, costretta ad accontenta­rsi di prestiti e scadenze: per ottenere quanto meno la sicurezza della permanenza nella massima serie serve di più. Soprattutt­o per le ambizioni di una nobile decaduta del calcio inglese.

Da diversi anni i toffees non fanno mercato, ora aspettano il rilancio

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