Corriere dello Sport

Simonelli e Fabbri facce d’oro

Il peso di Leonardo, gli ostacoli di Lorenzo, il lungo di Furlani la marcia di Fortunato: l’Italia c’è

- Di Christian Marchetti ROMA

Tra medaglie e record c'è di tutto e di più. Non sono certo solo i 100 metri a far girare la testa del pubblico romano. Il primo oro della serata, forse uno dei trionfi più "telefonati" di sempre perché ampiamente pronostica­to alla vigilia, è di Leonardo Fabbri nel getto del peso. Con tanto di record dei campionati. Il secondo in ordine di tempo in una serata mostruosa è invece quello di Lorenzo Simonelli nei 110 ostacoli, con un crono fino a qualche tempo fa nemmeno immaginabi­le per un ostacolist­a italiano: 13"05.

Pura energia anche l'argento di Mattia Furlani e il bronzo di Francesco Fortunato. E c'è pure il record italiano di una Sveva Gerevini fantastica nell'eptathlon della belga Thiam: 6379 punti contro i 6185 di Gertud Bacher del 9 maggio di 25 anni fa.

NESSUN OSTACOLO. Il debutto di Lorenzo Simonelli nel suo Olimpico è un 13"20 (+0,5) in semifinale, che sarebbe già il miglior tempo corso quest'anno da un europeo ma soprattutt­o il migliorame­nto di 1/100 del primato italiano da lui stesso stampato il 25 maggio a Nancy, in Francia. Ma quel 13"20 è comunque nulla, nulla assoluto, rispetto all'epico 13"05, secondo tempo al mondo quest'anno, con cui stradomina la finale: più di un decimo allo spagnolo Llopis, quasi quattro dal bronzo svizzero Joseph. Un successo azzurro nel rettilineo con ostacoli agli Europei non si verificava dall'anno 1969, con Eddy Ottoz vittorioso ad Atene.

«Dedico questo successo a tutto lo stadio», dice Lollo, incredulo anche lui. In testa il copricapo di paglia di Monkey D. Rufy, il protagonis­ta del suo manga preferito: "One Piece". Lo stesso con cui aveva celebrato l'argento ai Mondiali indoor di Glasgow l'inverno scorso.

IN CURVA. Ruggisce la porzione di Curva Nord dietro la pedana del getto del peso. Leonardo Fabbri parte da un modesto 20,42, va in testa con 22,12 e, dopo due nulli, piazza a 22,45. A mezzo metro dal suo record italiano per superare dopo 37 anni Andrei, ma è comunque il primo +22 metri agli Europei dal 1986 (22,22 dello svizzero Gunthor, precedente primato della manifestaz­ione).

Alle spalle di Fabbrino, una voragine. Più di un metro dal croato Mihaljevic e dal polacco Haratyk. Sempre in casa azzurra, lo Zane Weir reduce da un brutto infortunio alla caviglia stringe i denti e non va oltre 19,70. Dopo l'ultima spallata da 21,93, il 27enne dell'Aeronautic­a Militare Fabbri può lasciarsi andare, con un elmo da pretoriano in testa e la sciarpa della Viola.

LUNGHISSIM­O. Il record del mondo Under 20 nel salto in lungo era già di Mattia Furlani, lo spiderman reatino che deve subito guardarsi dal campioniss­imo Miltiadis Tentoglou. Il greco atterra a 8,42 (-0,2), poi a 8,49 (-0,1), poi due volte consecutiv­e al record dei campionati da 8,65, miglior prestazion­e mondiale stagionale; l'azzurro va a 8,38 con mezzo metro di vento contrario. Ed è, appunto, il nuovo primato mondiale, superiore di due centimetri all'8,36 (+1,4) del 15 maggio scorso a Savona. Le prestazion­i di Tentoglou e Furlani rendono quasi ordinario l'8,31 del bronzo Ehammer.

Lollo il romano: «Dedico questo mio successo a tutto lo stadio»

BRONZO NEL CALDO. Termometro a 33 gradi per la 20 km di marcia e umidità modello Manila. Il campione mondiale nella staffetta mista in coppia con Valentina Trapletti, Francesco Fortunato, non perde mai il contatto dallo svedese Karlstrom né dallo spagnolo McGrath, fino a strappare applausi fuori dall'Olimpico e poi dentro. «Non potevo essere da meno di Antonella e Valentina (Palmisano e Trapletti nell'accoppiata oro-argento di venerdì, ndc)». Nessuno è da meno, nell'Italia stellare.

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GETTY Leonardo Fabbri, 27 anni, il peso a 22,45

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