Corriere dello Sport

«Per papà è il miglior club al mondo»

- di Filippo Bonsignore

- Ore 18, scatta la nuova Juve. La Continassa è avvolta dal primo, vero caldo torrido di questa estate così è stato necessario posticipar­e di un’ora l’inizio del primo allenament­o dell’era Motta. Si suda, in tutti i sensi, al centro sportivo bianconero: corse e pallone, è il via di una nuova epoca. L’entusiasmo dei tifosi è evidente. Dalle otto della mattina, quasi un centinaio di persone ha atteso la sfilata dei bianconeri al JMedical dove erano attesi per le visite mediche. Sono arrivati Perin, Pinsoglio, Miretti, Locatelli, Nicolussi, Facundo Gonzalez, Barbieri, Arthur, De Sciglio e Djaló. A vincere la classifica degli applausi è stato però Soulé: il fantasista argentino è un idolo dei tifosi e non da adesso. «Sei uno di noi, rimani».

UFFICIALE. Nei giorni scorsi era toccato a Motta, ad alcuni giovani come Huijsen e Adzic, a Milik, reduce dall’infortunio al ginocchio, e ai primi due volti nuovi, Di Gregorio e Thuram. Proprio ieri è diventato ufficiale l’acquisto di Khéphren: contratto fino al 2029 a 2 milioni più bonus a stagione; al Nizza vanno 20 milioni. Lui non nasconde la sua felicità, d’altra parte è nato in Italia, a Reggio Emilia nel 2001, poco prima che papà Lilian si trasferiss­e dal Parma alla Juve, e a Torino ha vissuto. «Essere qui è una cosa che sognavo fin da piccolo. È un’emozione grande. Mi ricordo quando mio padre giocava al Delle Alpi. Mi ricordo Ibrahimovi­c, era il migliore del mondo quando ero piccolo. Io e mio fratello vivevamo qui».

VINCERE. Un tuffo nell’infanzia ma anche idee molto chiare. «Mio papà mi ha detto che la Juve è un grande club, il più grande d’Italia e per lui il più grande del mondo. Mi ha detto che quando giochi qui lo fai per vincere, sempre». Impossibil­e dire di no alla Signora: «I primi contatti? La prima volta giocavo ancora al Monaco, avevo 17 anni, poi sono andato al Nizza. Quest’anno sono tornati e sono stato molto contento, è il club più grande d’Italia. Quando la Juve ti contatta dici sicurament­e di sì». Khéphren porterà sostanza, fisicità, interdizio­ne e inseriment­i offensivi. «Sono un giocatore a cui piace correre con il pallone, difendere, attaccare. Mi piace il calcio, essere sul campo con i compagni e vincere».

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GETTY Khephren Thuram

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