Didi non molla la Francia
Deschamps resta alla guida nonostante un Europeo non convincente Ha l’appoggio della federazione fino al Mondiale ma intanto il popolo dei tifosi Bleus invoca Zidane
La Francia perde ma non cambia. Didier Deschamps, uomo agitato a dispetto dei finti sorrisi, resta commissario tecnico fino al Mondiale come da contratto. La notizia, che già circolava all’Arena di Monaco un paio d’ore dopo la semifinale, è stata ufficializzata a mente fredda dal presidente federale Philippe Diallo. «Non vedo alcuna ragione per mettere in discussione i nostri accordi ha detto - i risultati del passato parlano per Didi. Inoltre gli obiettivi sono stati raggiunti». L’intesa informale prevedeva di continuare insieme se la squadra fosse riuscita a entrare almeno tra le prime quattro: «Nei prossimi giorni ci confronteremo su cosa non è andato in questo Europeo».
NERVOSISMO. Deschamps insomma resta attaccato alla poltrona che occupa dal 2012, a dispetto di un consenso sempre più gracile e di un ampio movimento di opinione che vorrebbe sostituirlo con Zinedine Zidane. L’ostilità lo turba, già dai tempi del Qatar. Eppure dovrebbe ricordare che a lui, nella veste di beneficiario, accadde qualcosa di simile ai tempi di Domenech. Tutti lo acclamavano come il salvatore della patria già durante l’Euro 2008, invece fu costretto ad aspettare quattro anni e l’intermezzo di Laurent Blanc prima di essere investito dell’incarico di ct.
CHE BOTTE. Nella sua notte peggiore intanto Deschamps si è scontrato in diretta con un opinionista di Rmc, Daniel Riolo, che gli ha rivolto senza mezzi termini un invito a dimettersi. L'allenatore, semsono pre sorridendo, non ha nascosto il risentimento per la considerazione: «Lei è formidabile... Ho appena perso una semifinale e mi chiede di andare via? Domandi al mio presidente cosa intenda fare. Ma tanto sa benissimo cosa pensi, il presidente...». Il senso è: criticatemi pure tanto il mio posto sarà ancora qui. Riolo, quando Didier non era più collegato, ha chiosato così: «Va bene, abbiamo capito che Deschamps vuole restare al suo posto. Ma il problema prima o poi si porrà, dodici anni che è in panchina... Ora basta. Vada a giocare a padel tranquillo a Monaco, al sole. Passi ad altro. Zidane è in attesa, lo vogliono tutti...».
LE CRITICHE. In effetti l’Europeo della Francia è stato farraginoso: prima della semifinale con la Spagna, la squadra non aveva segnato neanche un gol d’azione ed era andata avanti essenzialmente grazie all’ottima tenuta difensiva. Maignan in particolare aveva parato quasi tutto. Ma quando è salito il livello della qualità dell’avversario, nonostante una partita discreta, la Francia è affondata. Mbappé e Griezmann, i due leader del gruppo, hanno dovuto ammettere che «siamo stati battuti da una squadra che è stata migliore di noi». Migliore, non più forte. La differenza tra i due termini chiama in causa la gestione del ct, che sperava di raggiungere in Germania l’ultimo titolo che gli mancava da allenatore dopo aver vinto tutto da calciatore: campione d’Europa. Al record, salvo miracoli nel prossimo quadriennio, dovrà proprio rinunciare.