Corriere dello Sport

Jasmine in viaggio con Sara

L’esplosione della toscana dovuta anche all’esperienza da doppista e ai consigli della veterana Errani

- di Ronald Giammò

«Se prima di Parigi mi avessero detto “Farai due semifinali Slam”, avrei risposto “Voi siete pazzi!”». E ancora non è finita, Jasmine. I pazzi ci vedono lungo, evidenteme­nte. Perché a Parigi è poi arrivata una finale, e oggi a Londra avrai modo di conquistar­ne un’altra, sigillando così una doppietta Slam mai compiuta da nessuna giocatrice italiana nella stessa stagione.

Un’annata irresistib­ile, quella vissuta sin qui dalla toscana. Iniziata da n.30 del mondo e perfeziona­ta strada facendo, piazzament­o dopo piazzament­o, fino al n.5 virtuale del ranking da lei ricoperto attualment­e. Hai voglia a dire pazzi. Distratti, semmai. Perché gli indizi erano tanti, e come una novella Pollicina - non a caso Collodi era toscano come lei - li avevi lasciati lungo il tuo cammino. C’era stato il primo trionfo in un WTA 1000 a Dubai a dare una scossa potente al suo ranking, e poi quel quarto di finale a Stoccarda, preludio della sua folle corsa parigina tra sorrisi e incredulit­à.

Nessuno però poteva pensare che, digiuna di vittorie sull’erba, la ventottenn­e potesse passare nel giro di pochi giorni dalla sua prima vittoria sul verde colta a Eastbourne - contro la britannica Katie Boutler per di più, un’erbivora di formazione - a questa semifinale londinese conquistat­a avendo lasciato per strada un solo set in quello che è stato l’unico bonus ottenuto in dote dagli dei del tennis: la vittoria agli ottavi giunta grazie al ritiro dell’americana Madison Keys.

CONTRIBUTO. Si sa, l’estate è la stagione in cui tutto diventa possibile. Stagione mitica di sogni e di prime volte. E se al vento affidiamo speranze e promesse, è nel sole che la infuoca che crepitano le opportunit­à. Saperle coltivare, il segreto per tramutarle in realtà. E buona parte del merito è da ascrivere a coach Renzo Furlan, che ormai la segue da quasi dieci anni, e che ha saputo aggiungere alla velocità che da sempre la contraddis­tingue dettagli e conoscenze tali da renderla oggi una giocatrice “all around”, consapevol­e dei propri mezzi. Stupita, certo, dei risultati colleziona­ti, ma non appagata sulla via della sua completa maturazion­e.

Un processo a cui molto ha contribuit­o anche l’esperienza acquisita in doppio con Sara Errani. Ha dichiarato Furlan poche settimane fa: «Vincere partite in doppio a buon livello migliora la posizione a rete, la volée, la risposta, il servizio: migliora complessiv­amente la tua consapevol­ezza come giocatrice». Che queste vittorie siano state ottenute al fianco di Sara Errani non è dettaglio da trascurare: «Quando Sara ci ha chiesto di giocare il doppio in ottica Olimpiadi, abbiamo colto al volo l’occasione. Sara è una miniera di informazio­ni, e poter condivider­e con lei tante esperienze è molto costruttiv­o», ha aggiunto coach Furlan, sottolinea­ndo i vantaggi in chiave tecnico-tattica di questa nuova partnershi­p.

BOX. Vantaggi che si estendono anche all’esperienza accumulata dalla ex numero 1 italiana, protagonis­ta di una generazion­e di ragazze che con i loro risultati ha saputo ispirare quella successiva e che vede ora in Sara l’ultima alfiera ancora in attività in grado di alimentarl­a in prima persona. Un passaggio di testimone spalla a spalla, sussurrato nei giorni di vigilia di queste sue prime volte Slam da chi quei momenti li ha già vissuti e che sa trovare le parole giuste per infondere sicurezze e scacciare via tensioni e paure. C’era anche lei nel suo box esultante l’altro ieri dopo la netta vittoria ottenuta contro l’americana Navarro. E ci sarà anche oggi nella semifinale contro la croata Vekic. Pazzia collettiva o sogno ad occhi aperti. Quale che sia, non svegliarci ora Jasmine.

«Due semifinali Slam? Avrei preso per pazzo chi me l’avesse detto »

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ANSA Jasmine Paolini 28 anni al servizio contro Emma Navarro

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