Italremo da record «Ora raccogliamo»
Il dt Cattaneo: «Abbiamo dovuto ripensare gran parte della squadra in soli tre anni, ma siamo pronti». Abbagnale: «Metteteci passione»
La costruzione di un successo ha solitamente radici lontane e tempi lunghi. Sulla tradizione nulla da imparare («Ci siete da sempre», ricorda il presidente del Coni, Malagò), sulla scrittura di un nuovo capitolo la faccenda invece si complica. Ci sono esigenze da rispettare, ma capita che ci si trovi a governare pure il ricambio generazionale. È la Nazionale di canottaggio 3.0, anzi, 37 come gli atleti che saranno in acqua ai Giochi, divisi tra 25 uomini e 12 donne. La spedizione più numerosa della storia, otto equipaggi che dal 27 luglio al 3 agosto inseguiranno medaglie e soddisfazioni nel bacino di Vaires-sur-Marne.
RIVOLUZIONE.
«C’è un buon mix tra veterani e giovani», racconta il dt azzurro Francesco Cattaneo che tre anni fa, al rientro da Tokyo, si è trovato a organizzare una partita con carte nuove. Ma nel mazzo ha pescato bene, ci tiene a sottolinearlo. «Abbiamo dovuto ripensare gran parte della squadra, facendo le corse: già in un quadriennio ci sono difficoltà, figuriamoci con un anno in meno per via dello slittamento dell’Olimpiade giapponese al 2021». Con le basi solide, però, difficilmente si viene colti impreparati, lo dimostra il fatto che il canottaggio è la quinta disciplina ad aver portato più medaglie olimpiche all’Italia. E dove non arrivano esperienza e competenza, c’è il lavoro a far percorrere l’ultimo miglio. Cattaneo annuisce: «L’intero staff tecnico, la Federazione e tutti gli atleti sono stati bravi a rimboccarsi le maniche, ci siamo fatti trovare pronti già alle qualificazioni del settembre 2023 e poi a Lucerna lo scorso maggio».
SORPRESE.
Il risultato è «una buona squadra, numerosa e agguerrita. I ragazzi hanno lavorato con grande serietà e se è vero che chi si applica ottiene risultati, eccoci: saremo lì a Parigi per raccogliere». L’incognita dietro l’angolo (c’è sempre un’incognita) potrebbe essere proprio la scarsa esperienza dei diversi debuttanti sul grande palcoscenico a cinque cerchi. «Una regata olimpica fa sempre storia a sé e l’aspetto emotivo può giocare scherzi perché inevitabilmente si crea una tensione diversa rispetto ad altri appuntamenti internazionali. Serve serenità, ma sono sicuro che i volti nuovi saranno protagonisti insieme ai veterani, pronti a dare il loro contributo». E se proprio volessimo alzare l’asticella e pure il conto delle aspettative, il dt non avrebbe dubbi: «La compagine femminile è molto giovane, ma ci sono tutti gli indizi per immaginare belle sorprese».
PAROLA DI ESPERTO.
Non sono pochi i vogatori alla prima Olimpiade. Giuseppe Abbagnale scava nella memoria e riporta a galla sensazioni mai svanite. «Io ho fatto qualche gara olimpica (eufemismo e modestia; ndc) e so quanta tensione c’è da gestire oltre alla preparazione, quanto possono essere alte le aspettative - dice il presidente federale - Quindi il mio consiglio è: godetevi questo traguardo importante che avete conquistato, vivete questa esperienza con passione».
ACQUA PIATTA.
Detto dello squadrone, c’è il fattore ambientale da considerare. Nei tanti sopralluoghi effettuati sul campo gara di Vaires-sur-Marne, a est di Parigi, Cattaneo ha appuntato spesso sul taccuino la presenza del vento a complicare le cose. «Il bacino è ottimo e ha tutti i requisiti per permettere grandi regate. Certo bisogna sperare che non si alzi quel vento laterale parecchio fastidioso, che mette gli equipaggi in condizioni difficili da gestire. Di sicuro avremo più chance con condizioni meteo favorevoli, ecco perché incrociamo le dita. Speriamo in uno specchio d’acqua piatto».