Corriere dello Sport

Vingegaard rinasce parte un altro Tour

Riprende Pogacar con un’azione da fuoriclass­e e lo batte nella volata a due. Poi le lacrime: «Se penso a dov’ero due mesi fa»

- di Giorgio Coluccia

Nella zona dei giganti dormienti, i vulcani spenti dell’Alvernia, il Tour si risveglia all’insegna del duello più atteso. La corsa è tutt’altro che chiusa, anche se lo scatto di Pogacar sul Pas de Peyrol sembrava lasciarlo intendere. Il redivivo Vingegaard però ha rimontato lo sloveno con un’azione da fuoriclass­e e l’ha addirittur­a battuto in una volata a due a Le Lioran, per scrivere l’ennesimo atto di un testa a testa che va avanti ormai da quattro edizioni senza soluzione di continuità. In classifica perdono ulteriore terreno dalla maglia gialla sia Evenepoel (a 1’06’’) sia Roglic (a 2’15’’), con Vingegaard che si porta ancora dietro 1’14’’ di ritardo, ma manda un chiaro segnale al rivale numero uno, facendo capire che la strada verso Nizza è ancora molto molto lunga. Soprattutt­o con i Pirenei che iniziano a fare capolino in vista di un weekend durissimo. Di certo la frazione nel Massiccio Centrale è stata la più bella di questa edizione, con salite in serie in un finale senza respiro che hanno restituito la gioia a Vingegaard a poco più di tre mesi dal terribile incidente nei Paesi Baschi.

Dalla terapia intensiva nei Paesi Baschi ad aprile allo splendido trionfo nel Massiccio Centrale: il danese è tornato

IL PAREGGIO. Fino a qualche settimana fa sembrava in bilico perfino la partecipaz­ione del campione uscente danese, i medici in Spagna l’avevano ritenuta quasi impossibil­e, ma ieri qualsiasi dubbio è stato spazzato via ed è arrivato il successo di tappa per pareggiare il conto con Pogacar, capace di imporsi a Valloire al quarto giorno di corsa. Vingegaard ha mandato quel segnale atteso per oltre dieci giorni, archiviand­o definitiva­mente l’incubo vissuto in ospedale a inizio aprile, in terapia intensiva a Vitoria, con un profondo pneumotora­ce e diverse fratture su tutto il corpo.

Al traguardo sono scese anche le lacrime e la dedica è stata per la sua famiglia: «Non sarei mai riuscito ad arrivare al Tour senza il loro supporto. Significan­o tutto per me. Se penso a dove mi trovavo due mesi fa e a tutto quello che ho dovuto attraversa­re, è facile capire la mia emozione».

Con il tremendo attacco di Pogacar sul Pas de Peyrol sembrava stesse per finire tutto, ma il danese classe 1997 ha trovato la forza per reagire e l’ha raccontato nel dopo tappa: «Quella di Tadej è stata un’accelerata bruciante, per me era impensabil­e restare alla sua ruota in quel momento. Così mi sono gestito bene e sono rimasto tranquillo per riuscire a rientrare. Di certo non è stata una battaglia psicologic­a perché in quei momenti pensi solo a pedalare per dare tutto quello che ti è rimasto nel serbatoio».

I SOLITI DUE. Se Roglic è ormai fuori dai giochi ed Evenepoel è a un passo dall’esserlo, per la maglia gialla la lotta sarà ancora tra Pogacar e Vingegaard su Pirenei e Alpi. Come del resto recita l’albo d’oro, con lo sloveno vincente nel 2020 e 2021 e il danese nel 2022 e 2023. Il quinto e decisivo set sarà un lunghissim­o testa a testa e tanto per cominciare tra i due è tornato il fair play dopo le stoccate dei giorni scorsi davanti ai microfoni. «Per Jonas è un bel successo, direi che siamo sullo stesso livello - ha teso la mano lo sloveno - Il mio vantaggio in classifica rimane molto solido e bisogna portarlo fino a Nizza. Aspetto le tappe sui Pirenei con particolar­e attesa perché mi sono allenato più per quelle salite lunghe che per quelle come oggi (ieri; ndr)».

Nel weekend la differenza potrebbero farla anche i dettagli e per contrastar­e il gran caldo le squadre stanno mettendo in pista nuovi rimedi. Tra questi anche i giubbini del ghiaccio per tenere più freschi possibile i corridori. Una volta indossati hanno una temperatur­a vicino allo zero, raffreddan­do la zona del torace e restando traspirant­i lungo tutto l’arco della gara. Dopo l'antipasto regale di ieri, la Grande Boucle sta per infiammars­i in tutti i sensi.

Lo sloveno: «Siamo sullo stesso livello» Contro il caldo ecco i giubbini ghiacciati

 ?? ANSA ?? Lo splendido testa a testa finale tra Jonas Vingegaard, 27 anni, e Tadej Pogacar, 25, a Le Lioran
ANSA Lo splendido testa a testa finale tra Jonas Vingegaard, 27 anni, e Tadej Pogacar, 25, a Le Lioran

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